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Questo articolo è stato pubblicato il 04 maggio 2013 alle ore 17:00.
L'ultima modifica è del 04 maggio 2013 alle ore 11:06.

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Enrico Letta e Micaela BiancofioreEnrico Letta e Micaela Biancofiore

Sospensione o cancellazione dell'Imu sulla prima casa e Convenzione per le riforme costituzionali. È su questi due punti che si gioca la tenuta del governo Letta e della formula delle larghe intese.

La settimana che si apre fornirà le prime risposte sulla solidità della "squadra", per ricorrere al termine utilizzato dallo stesso presidente del Consiglio. Il premier Enrico Letta sarà lunedì a Madrid per un incontro con il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy. Martedì 7 aprile, nel pomeriggio, le 14 commissioni di Montecitorio e le omologhe di palazzo Madama si riuniranno per eleggere i presidenti e gli uffici di presidenza. E sabato 11 l'assemblea nazionale del Pd. Senza dimenticare poi le altre sfide: lo stop all'aumento dell'Iva, dal 21 al 22%, che dovrebbe scattare dal 1° luglio, ma anche il rifinanziamento della cassa in deroga e la salvaguardia dei lavoratori esodati.

«Non abbiamo tempo e non abbiamo possibilità di perdere tempo», ha ricordato ieri il presidente del Consiglio.Per il segretario federale della Lega Nord Roberto Maroni lo scontro tra Pd e Pdl sulla presidenza della Convenzione per le riforme potrebbe mettere a repentaglio la tenuta del governo Letta.

Baretta: Imu, Iva e Cig le tre emergenze. Servono 6-7 mld
Per coprire la Cig in deroga, lo stop dell'Iva a luglio e la moratoria dell'Imu a giugno potrebbero servire più di 6 miliardi. Lo spiega il neo-sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta. Solo per lo stop dell'Imu a giugno potrebbero servire tra i 2 e i 3 miliardi di euro. «Stiamo rifacendo i conti con i Comuni - continua Baretta - stiamo verificando con loro il vero mancato introito» nel caso di stop del pagamento di giugno. Baretta ricorda che Imu, Iva e Cig sono «le tre emergenze su cui ci metteremo a lavorare nei prossimi giorni» per dare una risposta «immediata».

Lo stop a Biancofiore: niente deleghe su Pari opportunità
La polemica intanto non si arresta: ieri la sottosegretaria alle Pari opportunità Michaela Biancofiore è stata accusata di «omofobia» da parte delle associazioni per la tutela dei diritti dei gay. Una nota del governo chiarisce oggi che a Biancofiore «non verranno assegnati compiti nell'ambito delle deleghe per le Pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili, bensì compiti nell'ambito delle deleghe per la Pubblica amministrazione e la semplificazione». «Almeno la decenza è salva», commenta su twitter Nichi Vendola, presidente di Sinistra ecologia libertà. Quella di Letta potrebbe non essere solo una scelta compiuta per calmare le acque.

L'appello di Letta ai sottosegretari: sobrietà nelle dichiarazioni
Secondo alcune indiscrezioni, infatti, la decisione di modificare le deleghe assegnate al sottosegretario sarebbe stata presa da Letta dopo la lettura stamani di tre interviste rilasciate del neo sottosegretario ad altrettanti quotidiani. Una scelta non proprio in linea con la linea dettata dal premier, che in occasione del giuramento di viceministri e sottosegretari ha chiesto maggiore sobrietà delle dichiarazioni. La modifica delle deleghe verrebbe considerata come un ultima chance per Biancofiore. Il cambio della delega, spiegano fonti del Pdl, è un atto del presidente del consiglio che non ha e non avrà alcuna ripercussione sul governo. Biancofiore, sottolineano ancora queste fonti, continua a godere della massima fiducia e stima da parte del Pdl e del suo segretario.

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