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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2013 alle ore 11:25.

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La lavoratrice estratta viva a 17 giorni dal disastro (Ap)La lavoratrice estratta viva a 17 giorni dal disastro (Ap)


Dopo 17 giorni di ricerche i soccorritori hanno individuato una donna ancora viva tra le macerie del Rana Plaza di Dacca, in Bangladesh, l'edificio in cui avevano sede diverse fabbriche tessili crollato il 24 aprile. Lo hanno riferito fonti dei soccorsi. «È stata localizzata in uno spazio tra una colonna e una trave», ha spiegato la fonte, «il suo nome è Reshmi. Forse ha potuto bere l'acqua che noi abbiamo pompato dentro l'edificio crollato».

I soccorritori si sono accorti della sua presenza quando la donna ha cominciato a piangere e a chiedere aiuto. «Stavamo rimuovendo le macerie e abbiamo chiesto a voce alta se qualcuno fosse vivo e avesse bisogno di aiuto», ha raccontato un soccorritore a Somoy Tv. «Dopo un po'», ha aggiunto, «abbiamo sentito una voce che ci implorava "vi prego, salvatemi". Da quel momento la donna ha cominciato a parlare con noi».

Intanto è salito a 1.033 morti il bilancio delle vittime del complesso di laboratori tessili crollato alla periferia di Dacca oltre due settimane fa. Lo riporta l'edizione on line del quotidiano The Daily Star. Stamattina i soccorritori hanno estratto una ventina di corpi dalle macerie del Rana Plaza, dove ci sono ancora un numero imprecisato di dispersi.

Un fonte dell'esercito ha detto che gli scavi hanno raggiunto l'uscita del palazzo a pian terreno dove molti operai si erano ammassati dopo i primi segni di cedimento dello stabile. «Molti dei corpi recuperati negli ultimi giorni erano sotto le rampe di scale dove forse avevano cercato riparo» ha detto il generale Azmal Kabir, che guida un team di genieri impegnati nelle sgombero. Sembra che l'uscita del palazzo fosse chiusa al momento del crollo.

Intanto continua il difficile riconoscimento dei corpi che sono in avanzato stato di decomposizione dopo 17 giorni. Finora sono stati seppelliti in fosse comuni oltre 150 corpi, mentre oltre 100 cadaveri sono in attesa di essere identificati attraverso l'esame del dna.

La tragedia del Rana Plaza ha spinto il governo di Dacca a chiudere una serie di fabbriche dove non venivano rispettate le norme di sicurezza. E il fatto che le imprese coinvolte nel crollo fossero in alcuni casi dei fornitori o subfornitori di marchi occidentali ha nuovamente posto con forza anche in Europa e Nord America il tema dei controlli sulla filiera produttiva e delle condizioni di lavoro di chi realizza gli indumenti.

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