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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2013 alle ore 19:50.

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Bradley Wiggins (Afp)Bradley Wiggins (Afp)

Ecco la trappola. Scatta come una tagliola nell'ultima discesa prima di Pescara. Piove e la strada è viscida come una saponetta. Mancano circa 7 chilometri al traguardo di Pescara e Bradley Wiggins, il grande favorito di questo Giro d'Italia, il vincitore dell'ultimo Tour de France, scende con le gambe di gesso. L'inglese ha paura. Sente che la corsa gli sta sfuggendo di mano. Vincenzo Nibali, il suo concorrente più pericoloso, è già scattato come sa fare lui quando inquadra una discesa che lo attira. Il siciliano è anche caduto, ma è ripartito subito verso il traguardo come se fosse di gomma o di qualche altro materiale sconosciuto a noi umani bipedi.

Wiggins è solo. Ha paura. Prende male un tornante e finisce malamente a terra. Sembra un fenicottero con le gambe spezzate. Per rialzarsi impiega diversi secondi e poi scende lentamente. Senza mai inclinare la bici nelle curve. E' rigido, con i riflessi appannati. Si vede che è nel pallone. Che per un ciclista non è il massimo. Scuote la testa e si guarda attorno. Ma attorno non c'è nessuno. Nessuno dei suoi compagni, La Squadra, il Super Team Sky, si è sciolta sotto la pioggia acida di questi strappi abruzzesi che portano verso Pescara.

Sulla carta, era una tappa insidiosa, ma non certo decisiva. Invece si gira un altro film. Luca Paolini , il veterano, cede la maglia rosa a Benat Intxausti., grande promessa del ciclismo spagnolo che da un paio d'anni sembrava scomparso nel nulla La tappa viene vinta da un Australiano, Adam Hansen, ultimo sopravvissuto di una fuga partita dopo una trentina di chilometri dalla partenza. Ma la notizia importante, quella che scuote la corsa rosa, è la crisi di Wiggins. Il capitano di Sky, nonostante l'aiuto di due compagni, non riesce a recuperare lo svantaggio e , faticosamente, impacciato come un elefante sopra uno sgabello, arriva al traguardo con oltre due minuti e mezzo di ritardo dal vincitore.

Ma non è questo il punto. Il punto è che Vincenzo Nibali, secondo in classifica generale dietro a Intxausti , lo precede di un minuto e mezzo. Un distacco che cambia completamente i rapporti di forza tra i due rivali prima della cronometro di Saltara, 54 chilometri contro il tempo che questo sabato avrebbe dovuto sancire il nuovo primato di Wiggins, favorito dai pronostico per le sue note qualità di cronoman. Invece, come direbbe Gino Bartali, l'è tutto da rifare. Per cominciare il capitano di Sky deve rimettere assieme i cocci. A vederlo così, impacciato e impaurito, sembra una fotocopia sbiadita del campione che ha conquistato, la prima volta per un inglese, la maglia gialla a Parigi . Si vede che qualcosa non va. Qualche segnale si era già notato, ma questa volta le sue difficoltà sono palesi. Non è in forma, pedala con fatica. E poi, dettaglio non secondario, si fa trovare sempre impreparato nei momenti decisivi della corsa. Non è da lui. L'altro aspetto negativo, è la scarsa affidabilità dei compagni. Anche qui suona l'allarme. Non c'è coordinamento, affiatamento. Altro che Dream Team supertecnologico. Qui mancano i fondamentali. E in una corsa piena di insidie come questo Giro d'Italia, può diventare un handicap decisivo.

Per Vincenzo Nibali, questa di Pescara è una giornata da festeggiare con spumante e pasticcini. Poteva addirittura conquistare la maglia rosa, ma la sostanza non cambia. I cinque secondi che lo separano dallo spagnolo sono una inezia. Semmai deve guardarsi da Ryder Hesjedal, maglia rosa nel 2012, che come sappiamo è un brutto cliente. Poco appariscente, ma sempre pronto a infilarsi in ogni pertugio della classifica.
Forte di questo vantaggio su Wiggins, Nibali può affrontare con più entusiasmo e sicurezza una cronometro che doveva essere il trampolino di lancio dell'inglese. Ora sir Bradley partirà molto meno tranquillo. E' lui che deve recuperare. E anche se recupera il suo vantaggio in classifica sarà molto più esiguo rispetto alle previsioni. Non certo un gruzzolo d mettere in banca che lo assicuri in vista delle montagne. Salite e discese sono pane di Nibali. Un pane che per Wiggins rischia di diventare nero, nero come la maglia Sky.

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