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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2013 alle ore 21:00.
L'ultima modifica è del 15 maggio 2013 alle ore 18:57.

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GENOVA - Si sono svolti nel pomeriggio i funerali delle vittime del tragico incidente di martedì scorso nel porto del capoluogo ligure. Alla cerimonia, celebrata dall'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, hanno preso parte anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, la presidente della Camera Laura Boldrini e il ministro della Difesa Mario Mauro, oltre a tutte le massime autorità locali.

Un incontro privato con i parenti, nella sagrestia della cattedrale. Napolitano ha voluto così mostrare il suo cordoglio, e quello dell'Italia, per i nove morti causati dal crollo della torre pilota. Solo dopo questo momento di raccoglimento con chi era devastato dalla sofferenza, il capo dello Stato ha fatto il suo ingresso ufficiale in chiesa, intorno alle 17,50.

Il corteo con i feretri era arrivato poco prima: otto bare coperte dalla bandiera della marina militare e un catafalco vuoto, ornato solo da un berretto d'ordinanza e da un pallone da basket, simboli della vita e della passione per lo sport del sergente della guardia costiera Gianni Jacoviello, nona vittima dell'urto della portacontainer Jolly Nero contro il molo Giano, ancora disperso sotto le macerie. I suoi genitori erano in prima fila, affranti insieme alle sorelle. E alla fine della cerimonia la madre ha accusato un malore ed è stata portata via con un'ambulanza.

I feretri sono stati condotti in chiesa a spalla, mentre dall'altare erano scanditi i nomi delle vittime: i militari della guardia costiera Daniele Fratantonio, 30 anni, di Rapallo; Davide Morella, 33 anni, di Biella; Marco De Candussio, 40 anni, di Lavagna; Giuseppe Tusa, 30 anni, di Milazzo; Francesco Cetrola, 38 anni, di Santa Marina di Salerno. Il pilota Michele Robazza, 31 anni, di Livorno; l'operatore radio dei rimorchiatori Sergio Basso, 50 anni, di Genova; l'operatore radio dei piloti Maurizio Potenza, 50 anni, di Genova. E poi Jacoviello. Un lungo applauso ha accolto l'ingresso delle bare.

Il presidente Napolitano, visibilmente commosso, ha seguito la cerimonia funebre dal banco in prima fila della cattedrale accanto alla presidente della Camera, Laura Boldrini (altrettanto scossa), al ministro della Difesa, Mario Mauro, al governatore della Liguria, Claudio Burlando, e al sindaco di Genova, Marco Doria. Dietro, istituzioni locali, parlamentari, il comandante del porto di Genova, ammiraglio Felicio Angrisano, militari e parenti delle vittime. Erano presenti in chiesa anche diversi membri della famiglia Messina, armatori della Jolly Nero. Fuori, a seguire la funzione dal maxischermo nella piazza Matteotti, almeno tremila persone.

Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, che ha officiato la cerimonia, nell'omelia ha offerto ai parenti delle vittime «l'abbraccio dell'intero Paese» che «s'inchina e invoca che mai più accada» una tragedia simile. «La sciagura che ha percosso famiglie e amici, colleghi e istituzioni - ha proseguito - deve diventare una prova della bontà di Genova, cioè della sua capacità di far crescere il suo tessuto umano e cristiano, sociale e lavorativo».

La cerimonia si è conclusa al suono di una tromba, che ha intonato il "Silenzio", al quale è seguita la lettura della preghiera del marinaio e di quella del navigante. Uscito dalla cattedrale, Napolitano si è avvicinato agli otto carri funebri, dove erano state appena poste le bare e ha salutato nuovamente, ad uno ad uno, i familiari. Tutto intorno, un silenzio composto, denso al punto da essere palpabile. Così Genova ha scelto di stringersi attorno ai suoi morti.

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