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Questo articolo è stato pubblicato il 16 maggio 2013 alle ore 08:16.

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Navardauskas Ramunas (LaPresse)Navardauskas Ramunas (LaPresse)

Tappa di transizione, senza particolari scossoni dopo le fatiche sull'Altipiano del Montasio. A Vajont (dopo 182 chilometri con partenza da Tarvisio) ha vinto il lituano Ramunas Navardauskas che ha preceduto il trentino Daniel Oss, compagno di squadra di Cadel Evans, arrivato dopo poco più di un minuto. La giornata è stata caratterizzata da una lunga fuga di 22 corridori, lontani dalle posizioni che contano in classifica, e dallo spunto finale del lituano.

Poche emozioni e qualche conferma. A cominciare dalle nuove difficoltà per il canadese Ryder Hesjedal, ridotto molto male se non riesce a tenere neanche la ruota del gruppo: siamo in presenza di un ciclismo un po' sconcertante se un corridore nel 2012 vince un Giro d'Italia e l'anno successivo "salta" su percorsi non irresistibili. Comunque soltanto nei prossimi giorni scopriremo le reali condizioni e i veri motivi di questa clamorosa debacle. Ieri mi è sembrato ancora poco brillante Bradley Wiggins, pedalava in mezzo al gruppo e dava l'impressione di essere un brutta copia del vincitore del Tour 2012. Al termine della tappa l'inglese ha dichiarato: «Ho un brutto raffreddore, è davvero una lotta». E la conferma che il suo momento migliore è oramai alle spalle riguarda anche Danilo Di Luca, molto attivo nel proporre la fuga di giornata per poi "sgonfiarsi" quando il ritmo è diventato più sostenuto.

Oggi frazione un po' mossa all'inizio e poi circuito finale (a Treviso) adatto ai velocisti che troveranno una delle ultime occasioni per essere i protagonisti di giornata. Inevitabile che il pronostico si indirizzi su Mark Cavendish: bisogna, però, vedere quante forze gli sprinter hanno risparmiato nelle ultime impegnative tappe.
L'altra novità di giornata è il caso di doping del francese Sylvain Georges, sospeso dal Giro in via cautelare. Le pratiche illecite non sono state completamente estirpate dal gruppo, ma va sottolineato che negli ultimi anni il ricorso è meno sistematico e molto più episodico.

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