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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2013 alle ore 14:25.

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Le detrazioni delle erogazioni liberali
Per quanto riguarda le detrazioni, le erogazioni liberali in denaro, effettuate dalle persone fisiche in favore dei partiti politici, avranno dall'imposta lorda una detrazione pari: al 52 per cento per importi compresi fra 50 euro e 5.000 euro annui; al 26 per cento (stessa percentuale di detrazione riservata per erogazioni alle Onlus) per importi tra i 5.001 e i 20.000 euro.

Fondi dal 2 x 1.000
Il provvedimento prevede che i partiti politici che abbiano conseguito nell'ultima consultazione elettorale almeno un rappresentante eletto alla Camera o al Senato potranno essere ammessi alla ripartizione annuale del 2 x 1000 della propria imposta sul reddito (Ire). Una decisione - rileva Palazzo Chigi - che assumerà il contribuente, sempre a decorrere dall'anno finanziario 2014, in fase di dichiarazione dei redditi mediante la compilazione di una scheda recante l'elenco dei soggetti aventi diritto.

Dal 2016 tre strade per i contibuti dei cittadini
In futuro,dunque, il finanzimento pubblico dovrà cedere il passo alle donazioni dei privati cittadini. Il ddl prevede che la contribuzione dei simpatizzanti, fissata al 2 per mille, prenda il via a partire dal 2016. In attesa dei dettagli, annunciati in una conferenza stampa convocata del Governo per questo pomeriggio, nel ddl dovrebbe essere essere inclusa una norma che incide sul cosiddetto "inoptato". Si tratterebbe di una misura compensativa: entro un determinato stanziamento, i fondi non espressamente attribuiti dai privati attraverso l'opzione del due per mille, saranno distribuiti ai partiti proporzionalmente alle somme stanziate in via esplicita. Fonti ministeriali spiegano anche che il finanziamento pubblico sarà sostituito da tre fonti di aiuto: detrazioni, libera scelta dei cittadini con il 2 per mille e servizi, come sedi, bollette telefoniche, spazi televisivi.

Le voci contrarie nei partiti
Molte e trasversali le voci che subito si sono levate dai partiti contrarie al ddl. Tra i primi a sottolinearne i difetti è lo storico tesoriere dei Ds, oggi parlamentare Pd, Ugo Sposetti: «Il governo sbaglia - dichiara - perché non ha una linea é una risposta alla demagogia, al qualunquismo e al populismo. Non affronta i nodi veri della vita politica di un paese avanzato». Come Sposetti, anche Fabrizo Cicchitto, esponente di punta del Pdl, aspetta di conoscere il testo, ma conferma la sua critica ai passaggi troppo veloci «da un estremo all'altro»: «Da un eccesso di finanziamento pubblico alla sua sostanziale abolizione che a mio avviso avrà solo effetti negativi». Contrario anche l'ex ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, secondo cui l'abolizione del finanziamento «é un errore che potrà avere serie ripercussioni sulla qualità della nostra democrazia e spero che il Parlamento possa correggerlo evitando di cedere alla demagogia e al clima attuale».

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