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Questo articolo è stato pubblicato il 12 giugno 2013 alle ore 07:53.

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Angela Merkel (Epa)Angela Merkel (Epa)

Angela Merkel ai vertici europei. Angela Merkel alla finale tutta tedesca della Champions League. Angela Merkel sugli scaffali di tutte le librerie con una mezza dozzina di biografie. Angela Merkel e il suo passato comunista nella Germania del l'Est. Angela Merkel al cinema. Angela Merkel al supermercato. Angela Merkel persino ai 150 anni della Spd, il maggior partito di opposizione.

A poco più di tre mesi dalle elezioni del 22 settembre, nelle quali cercherà la riconferma, il cancelliere, che è al potere dal 2005, domina senza alternative la scena politica tedesca.
All'opinione pubblica piace il suo misto di pragmatismo e cautela: è il politico favorito dai due terzi degli interpellati in tutti i sondaggi.
Non c'è dubbio che la maggioranza dei tedeschi voglia vederla tornare per un terzo mandato quadriennale. Il suo partito, l'alleanza fra i democristiani della Cdu e i cristiano-sociali bavaresi della Csu, registra un solido 40% delle preferenze, anche se ultimamente è in leggera flessione. Concentrare l'attenzione sulla figura del leader, un atteggiamento che non è caratteristico per la signor Merkel, finora ostinata nel tenere nell'ombra la propria vita privata, è un modo per trasformare in qualche modo il voto in un referendum su di lei, sfruttandone la popolarità.
Eppure la fisionomia del prossimo Governo tedesco, che avrà un peso determinante non solo sul futuro della Germania, ma anche su quello dell'Europa, dipenderà assai meno dai consensi per la signora Merkel, che dal risultato elettorale dei suoi alleati e rivali.

Gli attuali partner di Governo, i liberaldemocratici della Fdp, rischiano addirittura di non superare la soglia del 5% per entrare in Parlamento, dopo che quattro anni fa erano arrivati al 14%. Ha nuociuto loro l'incerta guida del vicepremier e ministro dell'Economia, Philipp Roesler (che infatti è stato affiancato nella campagna dal più esperto Rainer Bruederle), ma soprattutto una linea ondivaga su questioni che premono ai loro elettori, come l'Europa e le condizioni per l'attività di impresa, oltre al materno soffocamento che la signora Merkel applica ai suoi partner di coalizione e che aveva già sperimentato sulla Spd nel primo mandato.
Ma la vera incognita è il neonato movimento Alternative fuer Deutschland, che si definisce "anti-euro, ma non anti-Europa", e sta raccogliendo molti transfughi democristiani e liberali. Sono soprattutto uomini, piccola borghesia, dalla mezza età in su, infuriati dall'eccesso di generosità del Governo sui salvataggi europei, scontenti della deriva "a sinistra" del cancelliere su temi come la rinuncia al nucleare e l'adozione del salario minimo. I sondaggi accreditano AfD, guidata senza eccessi dall'economista Bernd Lucke, difficilmente assimilabile ai movimenti euroscettici e populisti del resto d'Europa, di un 3%, ma il suo esito elettorale è arduo da pronosticare: secondo alcune ricerche ha un bacino di consensi più ampio, ma resta da vedere se avrà l'organizzazione e la leadership per sfruttarlo. Se non dovesse arrivare al Bundestag, potrebbe comunque sottrarre abbastanza voti all'attuale maggioranza di Governo da impedirne la riconferma. Tuttavia, secondo una ricerca dell'istituto Allensbach, metà dei consensi alla AfD arriva dalla sinistra della Linke e dai Pirati, il partito di protesta in stato di decomposizione. Il cancelliere ha deciso finora di ignorare la minaccia di Alternative, scelta che preoccupa alcuni dirigenti della base democristiana, che stanno assistendo a uno stillicidio di defezioni.

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