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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2013 alle ore 20:15.
L'ultima modifica è del 23 giugno 2013 alle ore 14:50.

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(Ansa)(Ansa)

Nessun timore: il governo delle larghe intese reggerà. E una soluzione per rinviare l'aumento dell'Iva si troverà. In un'intervista a "In mezz'ora" su Raitre, il presidente del Consiglio Enrico Letta spiega che, nonostante l'ultimatum del vicepremier Angelino Alfano sullo stop dell'aumento dell'imposta, quella che si apre domani non è una settimana decisiva per la tenuta del governo delle larghe intese. «Una maggioranza come questa è originale, non può essere una maggioranza che non discute. Di fibrillazioni ce ne saranno tante», sottolinea. Il premier conferma poi che mercoledì, in consiglio dei ministri, ci sarà un piano nazionale per l'occupazione dei giovani. Quanto alle risorse per coprire gli interventi, Letta non ne quantifica l'ammontare («saranno significative», garantisce) ma spiega che arriveranno in parte dai fondi europei e in parte da tagli alla spesa pubblica.

L'intervento, in particolare, riguarderà «con intensità maggiore il Sud». «Noi facciamo un piano nazionale e non c'è bisogno del permesso europeo», sottolinea Letta, ma aggiunge anche: «Combatteremo in Europa perché ci sia un piano europeo». Sullo sfondo, i fondi europei per i giovani: «Sono la garanzia per i giovani che lasciano la scuola per avere subito un'occasione di lavoro. Ci batteremo affinchè questi soldi siano usati subito e non spalmati su molti anni. Si tratta - ricorda Letta - di 6 miliardi per tutta l'Europa e l'Italia ne userà 500 milioni, l'obiettivo è usarli subito». «Impressionante lo stile di Enrico Letta oggi in tv», commenta il leader di Sel Nichi Vendola su Twitter, «una specie di Forlani 2.0». Intanto lunedì Letta inconterà la ministra Idem, finita nella bufera per presunti abusi edilizi e illeciti fiscali (non avrebbe versato l'Ici su una palestra, che aveva indicato come residenza, dal 2008 al 2011). «Devo vedere le carte. Insieme decideremo che fare», dice il premier.

Sull'Iva:sono fiducioso, troveremo una soluzione. I diktat non servono
Nell'intervista Letta affronta il nodo politico: il braccio di ferro tra Pdl ed Esecutivo sull'aumento dell'Iva dal primo luglio. «Voglio usare questa occasione per chiarire - afferma -: non è che voglio aumentare l'Iva. L'Iva aumenta, e l'aumento è già nel bilancio dello Stato. La decisione è stata presa nell'aprile 2011, durante il governo Berlusconi. Dobbiamo trovare le risorse per spostare l'aumento. Sono fiducioso che troveremo una soluzione». Ma, aggiunge anche il premier, «andare avanti a diktat non serve a nessuno. L'aumento dell'Iva - ribadisce - è figlio di scelte che risalgono al 2011, non è responsabilità del mio governo». Con il capogruppo al Senato Renato Schifani: «Più che pensare al passato, addebitando erroneamente al governo Berlusconi una misura adottata da altri il presidente del Consiglio farebbe bene a pensare al futuro». Il deputato del Pdl Fabrizio Cicchitto contesta la ricostruzione di Letta: è stato Mario Monti a decidere l'aumento dell'imposta. «Tremonti - ricorda - aveva previsto un taglio in due tranches di 24 miliardi di tutte le esenzioni di imposta mettendo come clausola di salvaguardia l'eventuale taglio di erogazioni sociali. Monti si è trovato di fronte a dei problemi derivanti dall'Europa e in un secondo tempo ha aumentato di 1 punto l'Iva progettando un successivo aumento di 1 altro punto che è quello oggi in discussione». Infine, il capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta nega che il Pdl abbia effettuato una forzatura sull'Esecutivo per bloccare l'aumento dell'imposta. «Questi famosi diktat - afferma - sono quelli del programma con cui Letta ha ottenuto la fiducia alle Camere». A preoccupare il Pdl - confida l'ex ministro - è invece il silenzio del ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni. «Spetta al governo nella sua interezza - afferma Brunetta -, e al ministro Saccomanni nella sua competenza, di rispondere al programma di governo, altrimenti perché mai Letta avrebbe chiesto la fiducia alle Camere con questo impegno? Adesso il compito é del governo, dei singoli ministri, adesso il compito é loro, non delle forze della maggioranza».

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