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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2013 alle ore 19:20.
L'ultima modifica è del 15 luglio 2013 alle ore 10:39.

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Cecile Kyenge (Ansa)Cecile Kyenge (Ansa)

Maroni, pensaci tu. «Una pagina vergognosa, faccio un appello a Maroni perchè chiuda rapidissimamente questa pagina, se no si entrerà in una logica di scontro totale che non serve nè a lui nè al paese». Così il presidente del Consiglio si rivolge al leader della Lega dopo l'insulto di Roberto Calderoli al ministro Kyenge. La vicenda, osserva il presidente del Consiglio nella conferenza stampa con il primo ministro di Malta, Joseph Muscat, al termine dell'incontro a palazzo Chigi, è «un'altra pagina vergognosa» che è sulla «stampa estera di tutta Europa», una vicenda che «fa male al nostro Paese».

La Lega Nord non ci sta e rilancia: non solo Calderoli non si dimette ma il Carroccio approfitta dell'attenzione creatasi sul "caso Kyengé"per rilanciare la sua lotta di contrasto all'immigrazione clandestina. La strategia è stata definita dalla segreteria politica del partito, che si è tenuta nel pomeriggio nella sede milanese di via Bellerio.

La Lega, si legge in una nota emessa al termine del vertice, «dopo aver preso atto delle scuse pronunciate pubblicamente» da Calderoli, ha deciso di «rilanciare la battaglia politica sul tema del contrasto all'immigrazione clandestina e della difesa della legalità, confermando la netta contrarietà alle proposte finora avanzate dal governo sul tema, in particolare sulle proposte di cittadinanza facile e concessione dello ius soli». Un affondo, dunque, che sui temi di principio e normativi si attesta su una traiettoria di scontro diretto proprio con il ministro Kyenge. Il Carroccio ha deciso dunque di organizzare una manifestazione sulla legalità e il contrasto alla immigrazione clandestina il 7 settembre a Torino.

Maroni su Fb: Calderoli si è scusato, ora basta
«Calderoli ha sbagliato, riconosciuto l'errore e si è scusato» scrive su Facebook
Roberto Maroni. «Ora però - aggiunge - basta alimentare polemiche e strumentalizzazioni utili forse a coprire il rumore di altre questioni».

Il premier: la Lega non si azzardi a coinvolgere Napolitano
Letta rincara la dose. E nella conferenza stampa al termine dell'incontro con il premier di Malta censura «l'aver chiamato in causa il Presidente Napolitano, che - sottolinea - voglio difendere. Non ci provino nemmeno...». «Non é possibile - scandisce il premier - che la vicenda continui così. La fermi, si chiuda. Credo che la vergogna sia stata già abbastanza così».

Epifani: per noi Calderoli è un vicepresidente dimesso
«Per noi Calderoli è un vicepresidente dimesso in ragione di quello che ha detto». Così il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, prima a un dibattito alla festa del partito a Forlì. «Si deve dimettere lui - spiega Epifani -. Non c'è un istituto, uno strumento tecnico, per far dimettere un presidente o un vicepresidente di Camera o Senato quindi deve aver lui la sensibilità di farlo. Perché il suo comportamento è gravemente oltraggioso non soltanto di un normale rapporto politico con un ministro, con una persona».

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