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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2013 alle ore 09:28.

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Nella foto il premier Enrico Letta (a destra) durante il suo discorso nell'Aula del Senato; a sinistra il ministro dell'Interno, Angelino Alfano (AP Photo)Nella foto il premier Enrico Letta (a destra) durante il suo discorso nell'Aula del Senato; a sinistra il ministro dell'Interno, Angelino Alfano (AP Photo)

226 contrari, 55 favorevoli, 13 astenuti (della Lega). Si conclude così, con la bocciatura della mozione di sfiducia individuale di M5S e Sel al ministro dell'Interno Angelino Alfano e quindi la tenuta del governo delle larghe intese, il primo grave inciampo politico del Governo Letta, impegnato questa mattina al Senato a difendersi dall'accusa di un coinvolgimento diretto nel controverso caso Shalabayeva. Una vicenda che lo stesso premier nel suo intervento ha definito «motivo di imbarazzo e di discredito», per l'Italia, ma sulla quale ha anche rivendicato la «trasparenza totale» del Governo. «Inoppugnabile» quindi, la linea del mancato coinvolgimento dell'Esecutivo e l'estraneità del vicepremier. Ad illustrare la mozione sono stati il senatore Mario Giarrusso del M5s e il senatore Peppe De Cristofaro per Sel. Intanto Alfano ha nominato capo di gabinetto del ministero dell'Interno il prefetto Luciana Lamorgese. Sostituisce Giuseppe Procaccini che si era dimesso.

Pdl soddisfatto, il Pd sorride a denti stretti
All'esito del voto, a gioire è soprattutto il centrodestra, a cominciare ovviamente dal ministro Afano: «C'era una mozione di sfiducia che è stata bocciata. E io sono soddisfatto», commenta a caldo. Via twitter, l'ex ministro Mara Carfagna commenta: «Bene voto senato, basta fuoco "amico" contro governo. All'italia serve maggioranza coesa, no una crisi al buio». Sul fronte Pd, il voto è accolto a denti stretti, come dimostrano le parole della vicepresidente del Senato Valeria Fedeli: «I senatori del Partito democratico hanno votato contro la mozione di sfiducia al ministro Alfano per assicurare l'azione del governo», ma «sappiamo però quanto il caso non possa dichiararsi concluso. È necessario capire quali interessi si muovano dietro il caso della signora Shalabayeva. Quanto accaduto é infatti inaccettabile, Alma e la figlia Aluaa devono essere riportate in Italia«.

Letta: i fatti lasciano attoniti, non devono più accadere
Parlando alla presenza dei suoi ministri al gran completo, Letta promette di «Proseguire nella verifica delle condizioni di soggiorno di Alma Shalabayeva», un caso su cui «non intendiamo mollare la presa». E cita a questo proposito la relazione del capo della Polizia Pansa, che «è approfondita, corretta e non fa sconti» e disegna «fatti che lasciano attoniti e che nel 2013 non devono più accadere». Poi una promessa: «Vogliamo evitare nuove inammissibili pressioni da parte di qualsiasi diplomatico straniero», dopo l'«inaudito il comportamento dell'ambasciatore» kazako, diplomatico cui il ministro degli Esteri Bonino esprimerà «il doppio sconcerto» italiano. In futuro, ammette Letta, serviranno «regole di ingaggio per evitare episodi ulteriori di mancato coinvolgimento» dei vertici del governo come quanto accaduto nella vicenda Ablyazov. Su queste basi, spiega, «chiedo un nuovo atto di fiducia al governo che ho l'onore di presiedere».

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