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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2013 alle ore 09:28.
Riforme in itinere, non politica del rinvio ma serietà
Nel suo intervento, il premier attacca anche chi si nasconde dietro le strumentalizzazioni per mettere in crisi le possibilità di ripartenza del paese: c'é «un rumore di sottofondo», rileva, «troppo strumentale, una bandiera politica facile da sventolare» di chi fa polemica per dare «l'immagine di una italia in uno stato di precarietà permanente come se la colpa fosse sempre di altri. È un racconto che non mi appartiene, come il tic costante del complotto e del nemico brutto, sporco e cattivo». Il premier rivendica uno stile diverso, e ricorda invece i risultati raggiunti in pochi mesi dal Governo: «I problemi, quelli generali, quelli legati alla crisi drammatica che il paese vive, li abbiamo affrontati con soluzioni immediate laddove é stato possibile. Quando le soluzioni non sono percorribili scegliamo la via della costruzione paziente di riforme destinate a durare oltre il limite del nostro mandato. Chi vuole logorare il governo li chiama rinvii, io li chiamo serietà».
Vogliamo continuare a costruire risposte per questo Paese
La richiesta di fiducia nel suo Esecutivo è seguita da una dichiarazione programmatica che riprende le parole usate al momento dell'insediamento del Governo, circa 80 giorni fa: «Vogliamo continuare e a costruire risposte per questo Paese». Poi spazio alle note priorità delle "larghe intese": il no dell'Aula di palazzo Madama alla mozione di sfiducia « consentirà al Governo di lavorare nelle prossime settimane» a provvedimenti sull'Imu e l'Iva, di «risolvere il problema degli esodati» e di «accelerare sul pagamento dei debiti della Pa alle imprese». «Voglio dire ai senatori e agli italiani di avere piena fiducia - aggiunge Letta - nella mia determinazione e nella mia resistenza. Non ho alcuna intenzione di deludervi e non vi deluderò».
Pdl in trincea a difesa del vicepremier
Nel corso del dibattito che precede l'intervento del premier, il Pdl si conferma compatto nel sostegno al presidente della Camera. «Oggi deve venire una fiducia piena verso il ministro Alfano, vittima di una campagna orchestrata per mettere in crisi il governo. Alma e la sua bambina devono essere aiutate a tornare, non usate» ha dichiarato la senatrice Anna Maria Bernini nel suo intervento in aula. Netta anche la dichiarazione di voto del capogruppo Renato Schifani: «Siamo uniti sul ministro Alfano. Non vogliamo
che le tensioni interne ad alcuni partiti possano scaricarsi sul governo».
Gelmini (Pdl) attacca Renzi: mira a palazzo Chigi
E Mariastella Gelmini, vicepresidente vicario del gruppo Pdl alla Camera, accusa Renzi di opportunismo nei suoi attacchi ad Alfano. Le sferzate al ministro dell'Interno, dice, sarebbero funzionali al «sogno» di Palazzo Chigi del sindaco di Firenze: «Renzi dice di voler cambiare l'Italia e la burocrazia e poi si limita ad attaccare il ministro dell'Interno senza sollevare critiche, un appunto, agli apparati burocratici sulla vicenda Kazakistan. Da autentico innovatore, il sogno di Palazzo Chigi val bene il sacrificio di una rivoluzione».
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