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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2013 alle ore 09:28.

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Nella foto il premier Enrico Letta (a destra) durante il suo discorso nell'Aula del Senato; a sinistra il ministro dell'Interno, Angelino Alfano (AP Photo)Nella foto il premier Enrico Letta (a destra) durante il suo discorso nell'Aula del Senato; a sinistra il ministro dell'Interno, Angelino Alfano (AP Photo)

L'astensione di Puppato e dei "dissidenti" Pd
Nel corso delle dichiarazioni di voto, emergono con chiarezza le divisioni che ancora permangono tra i democrat: alcuni senatori del Pd, che avevano manifestato l'intenzione di esprimersi a favore della mozione di sfiducia, decidono infatti di non votarla, allineandosi in qualche modo alle decisioni del gruppo, ma anche di atenersi al momento del voto. «Ci asterremo», annuncia Laura Puppato, in un intervento (accolto rumorosamente dall'Aula) molto critico contro il Viminale e «l'idea che ci sia qualcuno all'interno del Governo che non possa essere chiamato a responsabilità».

Mercoledì il gruppo Pd valuta eventuali sanzioni
Assenti al momento del voto, Puppato e altri "dissidenti" saranno al centro di una riunione del gruppo Pd al Senato già convocata per mercoledì prossimo. Il democratico Stefano Esposito ha poi minacciato di lasciare il gruppo se non ci saranno sanzioni contro i senatori astenuti.

De Petris (Sel): Il Pd preferisce difendere maggioranza e non la verità
Nella sua dichiarazione di voto favorevole alla sfiducia individuale al ministro, Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto e dei senatori di Sel, ricorda che «In un Paese normale e democratico Alfano si sarebbe dimesso e il Parlamento avrebbe votato a favore della mozione di sfiducia». Poi chiama in causa il Pd: «Non voterà la mozione non perchè creda alla versione di Alfano ma perchè gli è stato ordinato, proprio come accadde ai deputati del Pdl che accettarono la barzelletta di Ruby nipote di Mubarak. Il Pd preferisce difendere una maggioranza e un governo, anzichè la verità».

Nencini (Psi): dichiarare ambasciatore kazako persona non gradita
Nel corso del dibattito, il leader del Psi Riccardo Nencini, contrario alla sfiducia ma convinto che sia necessario una segnale forte verso Astana, propone che «L'ambasciatore del Kazakhstan in Italia sia dichiarato persona non gradita», «un passo abbastanza rapido da realizzare».

Casini (Udc): sfiducia ad Alfano scelta irresponsabile
Il comportamento dell'ambasciatore kazako in Italia attira le critiche anche del presidente della commissione Esteri del Senato e leader Udc, Pier Ferdinando Casini, perchè, in vacanza, «non trova il tempo per rispondere all'invito del nostro ministro degli Esteri, ma trova il tempo per spiegarci sulle colonne della Stampa che Ablyazov é un pericoloso criminale». «Se la Farnesina non é impegnata al telefono, spiega Casini, dovrebbe chiedere chiarimenti sul comportamento dell'ambasciatore». Per il resto, Casini conferma l'appoggio al vicepremier Alfano: «Gli interrogativi da sciogliere ci sono», ma votare la sfiducia ad Alfano sarebbe «irresponsabile», una scelta che «riconsegnerebbe l'Italia a instabilità, un voto avventurista».

Il ricordo di Borsellino
Ad inizio seduta, il premier, tra i primi a giungere l'Aula di Palazzo Madama, è intervenuto sulla scia del presidente del Senato Piero Grasso nel ricordo di Paolo Borsellino. Cade infatti oggi l'anniversario della strage di via D'Amelio, e Letta ne ha approfittato per ribadire l'impegno del governo sulla riforma delle norme sul voto di scambio. Cioè la modifica dell'articolo 416 ter del Codice penale, per conferire rilevanza penale a tutte le forme di pressione mafiosa sulla compravendita di voti.

Riforma del voto di scambio entro l'estate
«In particolare, il riconoscimento importante di quel risultato, dell'approvazione da parte della Camera della modifica dell'art. 416 ter, va proprio in questa logica e in questa memoria - ha dichiarato Letta -. L'impegno è far sì che l'approvazione finale di quel provvedimento arrivi entro estate qui in senato, credo che è la migliore risposta nella giornata di oggi a questo richiamo alla memoria che ci unisce tutti».

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