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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2013 alle ore 09:12.

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Effetto boomerang
Sarà anche per questo che un'indagine freschissima di Accenture, in via di pubblicazione ma che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare, punta l'indice su un effetto boomerang davvero vistoso: dopo una buona spinta degli scorsi anni la propensione a cambiare gestore sta calando sia da parte delle famiglie che da parte delle piccole e medie imprese, nonostante il grado medio di soddisfazione dei clienti per l'attuale fornitore stia anch'esso calando.ì Attenti dunque gli errori di manovra. Ce lo dice chiaramente l'indagine di Nomisma Energia con cui l'Enel sta accompagnando la celebrazione di un traguardo per nulla scontato: nella nuova platea dei clienti passati al mercato libero l'ex monopolista elettrico ha infatti raggranellato ben 8 milioni di contratti, la metà del totale. Con una strategia evidentemente ben congegnata. Una guida ponderata per scegliere oculatamente il contratto alternativo e un club riservato ai consumatori "liberi" che offre, come fanno del resto molti gestori alternativi, sconti su merci e servizi, simile alle tante tessere a punti delle più diffuse catene commerciali, che arriva a garantire un rimborso compensativo della bolletta, specie se si accoppiano le forniture di luce e di gas (anche l'Enel si sta rafforzando nell'offerta di metano) addirittura superiore al 50% della spesa energetica. Pochi concorrenti fanno altrettanto. A ciò si aggiunge l'efficienza della struttura di assistenza al cliente (call center, siti web ecc.). Anche qui l'ex monopolista, a dar retta alle rilevazioni ufficializzate dalle authority, è messo piuttosto bene.

Pericolo di retromarcia
Ad alzare la soglia dell'allarme arriva nel frattempo l'indagine di Accenture. Che confronta il nostro scenario con quello degli altri mercati mondiali, colpendo dritto nel segno: la liberalizzazione italiana nel complesso delude. Deludono non solo i prezzi medi (che come noto pagano nel nostro paese una maggiorazione significativa per ragioni non solo legate alla dinamica concorrenziale) ma anche le formule commerciali e l'assistenza. Mentre la concorrenza tenta di farsi largo ta i consumatoiri italiani – ci dicono gli analisti di Accenture – il livello di soddisfazione anziché salire sta scendendo.
Tra i clienti interpellati dagli analisti di Accenture meno della metà, il 43%, si dice soddisfatto o molto soddisfatto del proprio fornitore energetico. L'indice è in calo di 13. Rispetto al 2012 e si allontanò ulteriormente dalla media mondiale del 47%. Ma, ancor più grave, nonostante la bassa fiducia poco più di un consumatore su 10 cambierebbe il fornitore del prossimo anno. Un inequivocabile segno di rassegnazione per gli esiti del mercato. In tutto ciò solo il 13% degli interpellati, contro il 24% del campione medio mondiale, si considera adeguatamente informato dai fornitori sui modi e sulle soluzioni per ottimizzare il proprio consumo energetico. Anche qui l'indice cala, di quattro punti, rispetto al 2012. Ma cosa chiedono in particolare i clienti? Secondo gli analisti diAccenture ci sarebbe un buon interesse verso piani tariffari variabili che consentirebbero di risparmiare in base agli orari di consumo. Esattamente quanto prevedono le nuove metodologie italiane legate al buon funzionamento dei contatori digitali. Che però, come abbiamo detto, funzionano a singhiozzo.
L'interesse per la tariffa variabile si ritrova anche nel sondaggio dedicato in maniera specifica alle piccole e medie imprese. La vorrebbero oltre due terzi dei piccoli o medi imprenditori, che sono mediamente più soddisfatti (57%) del loro fornitore energetico di quanto lo siano i consumatori delle altre categorie. Ma il dato forse più interessante è un altro: le PMI italiane - ci dice Accenture della sua indagine - sono le più interessate al mondo (81%, al pari degli imprenditori di Singapore) ad acquistare prodotti per generare autonomamente l'elettricità della propria azienda.

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