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Questo articolo è stato pubblicato il 02 agosto 2013 alle ore 22:20.
L'ultima modifica è del 02 agosto 2013 alle ore 15:24.
Dopodiché, con l'appoggio al governo Monti e con il mio distacco dalla scena, dovemmo constatare che i sondaggi erano in fortissima discesa. Alfano, per questi motivi, mi costrinse quasi con durezza a scendere nuovamente in campo». «Noi dobbiamo resistere - avrebbe concluso -. Non possiamo sottrarci al dovere di una vera riforma della giustizia, per questo siamo pronti alle elezioni».Sarebbe poi intervenuto anche il vicepremier Alfano: «Se c'è da difendere i nostri ideali e la storia di tutti noi e la nostra storia, presidente, coincide con la sua, siamo tutti pronti alle dimissioni, a partire dai ministri al governo».
L'Anm chiede di fermare gli insulti e le aggressioni ai magistrati
La tensione aumenta di ora in ora, con esponenti del Pdl che attaccano la magistratura e questa che chiede di fermare gli insulti e le aggressioni nei confronti delle toghe. «A fronte delle dichiarazioni diffuse ieri dopo la pronuncia della sentenza di condanna per la vicenda Mediaset», si legge nella nota firmata da Rodolfo Sabelli, presidente dell'Anm, dal vicepresidente Valerio Savio e dal segretario Maurizio Carbone, il sindacato delle toghe ricorda che, «se é lecita la critica nei confronti dei provvedimenti giudiziari, specialmente quando questa provenga da quanti sono direttamente destinatari della condanna, tuttavia sono inaccettabili e vanno respinti con fermezza gli insulti e gli attacchi verbali rivolti ai magistrati, fino alla Corte di Cassazione, insulti e attacchi che si risolvono in un'aggressione nei riguardi dell'intera magistratura».
Il Pdl: priorità alla riforma della giustizia. Epifani: se la scordano
Ritorna in primo piano, in particolare, la riforma della giustizia. Pochi minuti dopo la sentenza della Cassazione il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricordato che ci sono le condizioni favorevoli per avviare questo tipo di riforma. «Come ha riconosciuto il Capo dello Stato ora è necessario che si crei il clima di condivisione per affrontare la riforma della giustizia - afferma oggi il presidente dei senatori del Pdl Renato Schifani intervistato da Sky Tg 24 -. D'altronde, l'eccessiva lunghezza dei processi civili, la separazione delle carriere dei magistrati, la parità tra accusa e difesa sono temi accettati da tutti».
«Una riforma della giustizia come vorrebbero loro se la scordano: vogliono piegare a loro uso e consumo scelte che né questo governo nè noi vogliamo fare», ribatte il segretario del Pd Guglielmo Epifani. «Il Pdl vuole buttare su di noi la responsabilità della rottura del patto di governo che invece vogliono fare loro: noi dobbiamo stare fermi a quanto abbiamo detto e prepararci a tutto», aggiunge Epifani. «Non ci facciamo trascinare nella rissa e rispondiamo colpo su colpo se si supererà la soglia».
Altolà di M5s. «Nessuno si azzardi a modificare la Giustizia insieme al partito capeggiato da un delinquente - attacca Grillo -. Il M5S non starà a guardare, né si limiterà a interpellanze parlamentari, ma mobiliterà i suoi elettori. Le coincidenze non esistono e questa fretta di riformare la Giustizia dopo la condanna di Berlusconi è altamente sospetta».
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