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Questo articolo è stato pubblicato il 05 agosto 2013 alle ore 08:57.
Anche il presidente Obama in massima allerta
In massima allerta anche Obama, che ieri ha festeggiato il 52 esimo compleanno nella sua residenza estiva di Camp David aggiornato minuto dopo minuto su eventuali sviluppi. Sabato sera, per molto ore, sotto la presidenza di Susan Rice, si sono riuniti i massimi vertici dell'antiterrorismo e della Sicurezza Nazionale, inclusi il Segretario di Stato John Kerry e il segretario della Difesa, Chuck Hagel. Una riunione certamente non di routine che ha confermato la massima attenzione nei confronti di una minaccia considerata la più grave da molti anni a questa parte.
Al Qaeda ha una lunga tradizione di attacchi alle ambasciate Usa in giro nel mondo: hanno cominciato nel 1998 con gli attentati in Tanzania e in Kenya provocando 200 morti, la stessa ambasciata di Sanaà In Yemen, nel 2008 è stata assaltata due volte, con 2 morti. Il 13 settembre toccò al Kabul, anche con l'uccisione di 5 agenti afgani e 11 civili. Infine, la tragedia dell'11 settembre scorso, con l'attacco al consolato di Bengasi e la morte dell'ambasciatore americano in Libia Chris Stevens e di suoi tre uomini. Il giorno più buio per Obama, che il presidente non vorrebbe mai rivivere.
Nello Yemen chiuse anche l'ambasciata GB e quella di Francia
L'Ambasciata della Gran Bretagna nello Yemen resterà chiusa almeno fino a giovedì, la festività dell'Eid al-Fitr che segna la fine del Ramadan, mese sacro per i musulmani: lo ha reso noto il Ministero degli Esteri britannico. La sede diplomatica era stata chiusa ieri in seguito a delle minacce di attentati terroristici da parte di Al Qaida: «Le persistenti preoccupazioni in termini di sicurezza" hanno consigliato Londra a prolungare questo periodo fino almeno a giovedì prossimo ma probabilmente fino alla fine della settimana.
Il ministero degli Esteri di Parigi ha fatto sapere che la propria sede diplomatica a Sanaa rimarrà chiusa fino a mercoledì.
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