Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2013 alle ore 14:10.
L'ultima modifica è del 14 agosto 2013 alle ore 08:06.

My24
(Ansa)(Ansa)

L'Egitto precipita nel caos: la temuta mannaia dei militari, rimasta sospesa per alcuni giorni, all'alba di mercoledì è calata con ferocia sui presidi dei manifestanti fedeli al presidente deposto Mohamed Morsi. Il bilancio provvisorio degli scontri è salito a 525 morti, di cui una cinquantina poliziotti, e oltre 1400 feriti, come ha reso noto il ministero egiziano della Sanità. Ma secondo i Fratelli Musulmani le vittime della repressione sarebbbero addirittura quattromila. Scenario di distruzione nella capitale.

Nuove barricate pro-Morsi al Cairo
Circa 3.000 Fratelli musulmani hanno eretto nuove barricate a Ebeid Street, non molto distante da piazza Rabaa, davanti alla moschea di al Iman al Cairo. Lo riferiscono fonti sul posto.

El Baradei si dimette
Il vice presidente ad interim della Repubblica egiziana, Mohammad ElBaradei, si è dimesso. Lo riferisce Al Arabya. «Mi è diventato difficile continuare ad assumere la responsabilità di decisioni con cui non sono d'accordo e di cui temo le conseguenze», ha scritto ElBaradei nella sua lettera al presidente Adly Mansour, deplorando le morti provocate dall'intervento delle forze armate. «Purtroppo coloro che trarranno vantaggio da quello che é accaduto oggi sono coloro che fanno appello alla violenza e al terrore, i gruppi estremisti», ha sottolineato il premio Nobel.

Arresti ai vertici dei Fratelli Musulmani
Secondo fonti ufficiali sono stati arrestati in Egitto otto dirigenti dei Fratelli Musulmani, tra cui Mohamed El Beltagui, segretario generale di Giustizia e Libertà dei Fratelli Musulmani; i dirigenti Essasm El Erian e Safwat Hegazy; il portavoce Ahmed Aref.

Assalti alle chiese
Gli stessi Fratelli musulmani per ritorsione hanno iniziato ad assaltare le chiese e ne hanno attaccate già 22, per lo più copte, ma anche sette cattoliche, fra cui un monastero e un ospedale di suore. Non ci sono morti ma ci sono feriti e «la situazione per i cristiani è gravissima». Lo dice padre Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana.

«Stato di emergenza per un mese»
Il governo ad interim egiziano intanto ha dichiarato lo stato di emergenza per un mese nel Paese. Lo ha comunicato la presidenza del Cairo in una dichiarazione letta in diretta tv dall'emittente pubblica. Gli Stati Uniti si oppongono in modo fermo alla dichiarazione dello stato d'emergenza stabilita dai militari in Egitto. Il premier egiziano Hazem El Beblawi, intervenendo in serata in tv, ha detto che lo stato di emergenza in Egitto sarà il più breve possibile e ha promesso che il proceso elettorale proseguirà, secondo i media arabi.

Da stasera scattato il coprifuoco
Il Consiglio dei ministri ha deciso il coprifuoco in Egitto dalle 19 di oggi alle sei del mattino di domani. Lo hanno detto la tv di Stato e il sito Al-Ahram, ma si ignora per il momento fino a quando la misura resterà in vigore. Il coprifuoco sarà applicato in undici governatorati egiziani: Cairo, Giza, Alessandria, Suez, Behera, Beni Suef, Qena, Assyut, Sohag (questi ultimi quattro nel sud), Nord Sinai e Sud Sinai. Lo ha precisato la tv di stato. Il sito online di Al Ahram ha aggiunto che il coprifuoco durerà per tutto il mese dello stato di emergenza proclamato oggi dal consiglio dei ministri. I governatorati indicati, specie quelli del sud, sono quelli nei quali la Fratellanza Musulmana è particolarmente presente e attiva.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi