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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2013 alle ore 11:41.

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John Kerry (Epa)John Kerry (Epa)

Una serie di attacchi limitati contro la Siria in rappresaglia per l'uso di armi chimiche potrebbero essere lanciati «a partire da giovedì». Lo ha detto alla Nbc una fonte dell'amministrazione Usa.

Si apprende che un attacco missilistico americano contro il regime del presidente siriano Bashar al-Assad potrebbe avvenire «al più presto giovedì». Si tratterebbe, sempre secondo la fonte interpellata da Nbc, di un attacco «di tre giorni» volto a mandare un messaggio ad Assad. Gli Stati Uniti sono all'erta. Lo ha ricordato oggi Chuck Hagel, segretario alla Difesa: «Siamo pronti ad agire».

Subito dopo l'annuncio, fonti della stessa amministrazione Usa si sono affrettate a chiarire che «il presidente Barack Obama non ha ancora preso una decisione su una azione militare contro il regime siriano». In serata, il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, ha annunciato che «il rapporto dell'intelligence americana sull'uso di armi chimiche in Siria arriverà in settimana».

Tre giorni di raid
Le azioni militari sarebbero limitatie nell'obiettivo e mirate a mandare un messaggio al regime di Damasco, ha detto la fonte. Le indicazioni sul calendario dell'intervento militare sono arrivate dopo un nuovo giro di diplomazia telefonica del presidente Barack Obama con il primo ministro australiano Kevin Rudd e il presidente francese Francois Hollande.

Telefonata Letta-Cameron
Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, e il primo ministro britannico, David Cameron, hanno avuto oggi un colloquio telefonico sugli sviluppi della situazione in Siria. Lo rende noto palazzo Chigi. Regno Unito e Italia convengono sul fatto che con l'uso massiccio di armi chimiche in Siria si é oltrepassato il punto di non ritorno.

Letta ha ribadito a Cameron la ferma condanna da parte dell'Italia dell'attacco del 21 agosto contro la popolazione civile siriana: crimine inaccettabile che non può essere tollerato dalla comunità internazionale. Il presidente del Consiglio ha quindi informato Cameron del dibattito svoltosi questa mattina in Parlamento sulla questione.

L'Italia non concederà l'uso delle basi militari sul territorio nazionale per eventuali operazioni in Siria senza l'avallo dell'Onu. «La nostra priorità é una soluzione politica - viene chiarito da fonti governative - e per questo l'Italia é attivamente impegnata. Se si arrivasse all'azione militare, é fondamentale che questa si svolga sotto l'egida dell'Onu. Finora comunque non ci é stato chiesto l'utilizzo delle basi».

Francia: nessun dubbio sull'attacco chimico
La notizia sembra confermare quanto emerso questa mattina, quando per bocca del portavoce del primo ministro britannico, David Cameron, si è saputo che il Regno Unito «sta preparando un piano per una possibile azione militare in risposta

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