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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2013 alle ore 07:55.

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Il lunghissimo tira-e-molla estivo sull'Imu non ha disegnato nei dettagli il futuro della tassazione sugli immobili. Ma, al di là del rinvio su molte decisioni, qualche risultato l'ha prodotto. Certo, si tratta - almeno per ciò che riguarda l'abitazione principale - di soluzioni di compromesso, alle quali mancano ancora numerose tessere.

Soluzioni che tuttavia accontentano sia chi chiedeva l'abolizione immediata del tributo comunale sia chi auspicava più cautela per valutare con maggior attenzione le effettive priorità per il paese. Più in generale, la coalizione di maggioranza sembra aver gettato le basi per un'intesa che si articolerà in tre passaggi successivi (due dei quali rappresentano al momento solo un nuovo impegno politico), e che condurranno al superamento dell'Imu sull'abitazione principale.
Il primo passo è la definitiva abolizione della prima rata dell'Imu 2013 per le stesse categorie di immobili per le quali il pagamento era già stato sospeso con il decreto legge di maggio. Si tratta di tutte le prime case e delle relative pertinenze, con l'esclusione di ville, abitazioni di tipo signorile e castelli; delle case popolari e di quelle delle cooperative edilizie; dei terreni agricoli e dei fabbricati rurali strumentali.
Il passo successivo è l'impegno - annunciato dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, durante la conferenza stampa di ieri sera ma di cui non c'è traccia nella bozza del provvedimento - ad abolire anche la seconda rata di dicembre (si presume, per gli stessi immobili per i quali è stata soppressa la prima rata), affidando a un nuovo decreto legge, che arriverà a metà ottobre, il compito di individuare le risorse per garantire la necessaria copertura finanziaria (circa 2,4 miliardi di euro, senza scordare il miliardo necessario per sterilizzare l'aumento dell'Iva).

Il terzo passo, anche questo ricordato ieri dal presidente Letta ma non menzionato nell'ultima bozza del decreto, prevede di approdare, con la legge di Stabilità 2014, a una riforma che - nel rispetto dei saldi di finanza pubblica - consenta il definitivo e completo superamento dell'Imu sull'abitazione principale e la contestuale modifica della Tares, con l'introduzione di una nuova tassa per il servizio di raccolta rifiuti e di una service tax per lo svolgimento dei servizi comunali.
La riforma complessiva del prelievo immobiliare, quindi, prende tempo (il decreto legge di maggio ne prevedeva l'approvazione entro fine agosto). E, a conti fatti, il "regalo" effettivo del decreto legge approvato ieri è che per il 2013 la prima casa non pagherà l'Imu. È positivo che questo obiettivo sia stato raggiunto senza l'introduzione di prelievi alternativi, dei quali pure si era motlo parlato nei giorni scorsi (naturalmente, bisognerà evitare che nuove tasse siano introdotte a ottobre per trovare i 2,4 miliardi di euro necessari per l'abolizione della seconda rata). Per il 2014, invece, non ci sarà più l'Imu sulla prima casa e sulle sue pertinenze, ma arriverà la service tax, che - come ha ricordato Letta - non sarà più un'imposta patrimoniale. Ma che - in attesa di capire quali soluzioni adotterà il Governo - andrà pur sempre a colpire l'utilizzo, la detenzione o l'occupazione di un immobile.

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