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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2013 alle ore 12:00.
L'ultima modifica è del 06 settembre 2013 alle ore 11:43.

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Luis Alberto Orellana (Ansa)Luis Alberto Orellana (Ansa)

Parola alla Rete. Per superare il muro contro muro tra aperturisti a un dialogo M5s e altre forze politiche e fedeli esecutori delle direttive del leader grillo la soluzione è una sola: dare la parola ai cittadini. Il senatore M5s Orellana è nel mirino delle critiche dei cittadini: ha ipotizzato una svolta aperturista, un dialogo con altre forze politiche, nel caso in cui il Pdl decidesse di far saltare il tavolo del Governo delle larghe intese.

Dopo essere stato etichettato come voltagabbana e paragonato al "responsabile" Domenico Scilipoti dal blog di Beppe Grillo, il senatore del Movimento 5 stelle continua la sua battaglia e rilancia la richiesta di consultare gli attivisti sulla linea politica da tenere in caso di crisi di Governo. «La mia proposta è quella di essere pronti a un dialogo con le altre forze politiche. La eventuale rottura fra Pd e Pdl - sottolinea in un messaggio pubblicato sul suo profile Facebook - aprirebbe uno scenario di crisi di governo dove i nostri voti al Senato potrebbero essere decisivi dando al M5S un grande potere contrattuale nelle consultazioni». Espellere Orellana? «Non so - risponde il capogruppo dei grillini al Senato Nicola Morra -. Non è la nostra priorità, però Luis deve con calma appurare innanzitutto con se stesso qual è la sua idea del Movimento»

Il fine ultimo di M5s è realizzare i 20 punti per uscire dal buio
Il senatore esprime un disagio profondo, che scaturisce da decisioni politiche che, di fatto, non consentono al movimento di relaizzare gli obiettivi politici che si è prefissato. In un messaggio su Facebook, Orellana scrive: «Sono un semplice attivista del MoVimento 5 Stelle attualmente portavoce eletto in Senato. Mi chiedo quale coerenza mi viene giustamente chiesta? Mi sento di dover essere coerente con le promesse elettorali che abbiamo fatto agli italiani. Coerente con i 20 punti per uscire dal buio che, se realizzati, farebbero il bene dell'Italia. Perchè per noi del M5S è questo il fine ultimo della nostra lotta politica, democratica e pacifica».

Occorre mettere da parte l'orgoglio
Orellana non ha dubbi: «Per questi obiettivi dobbiamo essere disposti a mettere da parte l'orgoglio; dobbiamo dimenticare le frustrazioni parlamentari; dobbiamo evitare di fare calcoli sperando in futuri parlamenti e dobbiamo invece valutare tutti insieme come questi punti possano essere realizzati il prima possibile. L'Italia che soffre ne ha urgente bisogno».

Agli attivisti l'ultima parola sulla strategia
Come arrivare a realizzare i punti del programma diventa, secondo Orellana, il punto cruciale. «È quindi doveroso coinvolgere tutti i nostri attivisti per decidere quale strada è la migliore per attuare il nostro bellissimo programma di 20 punti per uscire dal buio e per non lasciare nessuno indietro». Il senatore propone un dialogo con le altre forze politiche, «un dialogo che potrà portare a tutto come a niente. A tanto o a poco. Dipenderà dalle nostre capacità negoziali e dalla buona volontà di dialogare degli altri».

Gli aperturisti vogliono un proprio rappresentante come capogruppo
Al di là dello scontro interno sulla posizione da assumere nel caso in cui si verificasse una crisi di Governo, rimane un'altra scadenza, che potrebbe avere delle ripercussioni sugli equilibri interni al Movimento: la nomina del nuovo capogruppo al Senato. Dopo una breve proroga di Morra, che peraltro ha chiesto in più di un'occasione a Orellana di chiarire la sua posizione, a fine mese dovrebbe essere scelto il nuovo capogruppo. Gli aperturisti puntano a far eleggere un proprio candidato, cosa che potrebbe in un certo senso superare l'impasse che si è venuta a creare all'interno di M5s.

Scilipoti non ci sta: stanco di essere tirato in ballo
Non ci sta Domenico Scilipoti, tirato in ballo dal blog di Grillo per il caso di Luis Orellana, finito nel mirino dei 5 stelle per aver sostenuto la possibilità di dialogare con le altre forze politiche. «Beppe Grillo e i suoi onorevoli - osserva in una nota - quando debbono reciprocamente accusarsi di tradimento politico, utilizzano impropriamente il mio nome, dimostrando di non conoscere la mia storia politica, improntata al rispetto delle prerogative dei parlamentari, né di leggere le dichiarazioni che rilascio alla stampa. Sono stanco di leggere sulle agenzie e sui giornali il mio nome utilizzato come sinonimo di trasformista».

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