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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2013 alle ore 08:12.
L'ultima modifica è del 09 ottobre 2013 alle ore 08:21.

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Nonostante i molti problemi seri che lascia insoluti come la mancanza di una teoria quantistica della gravità, il fondamento della nostra attuale comprensione del mondo fisico, basato su Modello Standard, relatività generale e meccanica quantistica, esce quindi rafforzato dagli esperimenti di questi anni. Sembra che la Natura in questi anni ci stia dicendo: «Avete teorie buone, fidatevi di quelle; speculate meno e deducete di più». Il Nobel a due teorici per un lavoro degli anni 60 al cuore dell'attuale teoria standard della materia, viene a sancire questa solidità della nostra attuale conoscenza del mondo fisico.

1964
La teorizzazione

L'esistenza del bosone fu teorizzata per la prima volta nel lontano 1964, quando alcuni fisici arrivarono quasi simultaneamente alle medesime conclusioni teoriche. Tra questi scienziati vi era anche il fisico inglese Peter Higgs, premiato ieri con il Nobel, che dette il nome alla particella più tardi denominata anche «particella di Dio».

24 febbraio 1995-12 dicembre 2011
Il Bosone nel Modello Standard

Il 24 febbraio 1995 venne scoperto l'ultimo «quark» indispensabile, il top: a questo punto, per completare il modello standard mancava soltanto il bosone di Higgs. Il 12 dicembre 2011 vengono effettuati gli esperimenti Atlas e Cms che iniziano a trovare le prime prove della presenza, da qualche parte, dello sfuggente bosone.

4 luglio 2012-6 marzo 2013
La "riproduzione" e l'annuncio

La particella viene alla fine "riprodotta" con il super acceleratore nell'estate scorsa al Cern, il centro europeo per la ricerca nucleare, di Ginevra. La scoperta del bosone di Higgs viene poi ufficialmente confermata il 6 marzo di quest'anno nel corso di una conferenza tenuta dai fisici del Cern a La Thuile.

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