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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2013 alle ore 18:29.
L'ultima modifica è del 14 ottobre 2013 alle ore 19:42.

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(Ansa)(Ansa)

«Si stringe il cerchio attorno alla manovra finanziaria che Alitalia dovrà varare oggi per evitare il default. Il cda dell'ex compagnia di bandiera, cominciato alle 14, è terminato poco dopo le 18. Ora è in corso l'assemblea straordinaria che vede i soci chiamati ad approvare l'aumento di capitale da 300 milioni per il salvataggio della compagnia, deliberato dal board venerdì scorso. Intanto si moltiplicano i richiami a Bruxelles perché intervenga nella partita che molti osservatori giudicano "truccata" dall'intervento delle Poste deciso la scorsa settimana.

Oggi è toccato a Iag, la holding che controlla British Airways, Iberia e Vueling, tuonare contro l'operazione voluta dal governo italiano. «Ci aspettiamo che la Commissione europea intervenga per sospendere questo aiuto manifestamente illegale». Il gruppo ribadisce che «siamo sempre stati contrari ad ogni forma di aiuto statale. È protezionismo, mina la competizione e favorisce quelle compagnie aeree in fallimento che non sono al passo con la realtà economica».

L'incognita francese
L'incognita è se il gruppo Air France-Klm, pur avendo approvato la manovra da 500 (ricapitalizzazione per 300 milioni e nuove linee di credito per altri 200) sottoscriverà la quota di propria competenza dell'aumento di capitale.Secondo la stampa d'oltralpe, il gruppo franco-olandese sembra restio a sborsare una quota che si aggirerebbe intorno ai 75 milioni dopo averne già tirati fuori 38 per il prestito ponte di febbraio a carico dei soci.
Pronta la replica degli azionisti italiani che, secondo fonti vicine all'operazione, hanno fatto sapere che la ricapitalizzazione si farà con o senza l'apporto del socio francese anche se è auspicabile che anche Air France insieme a tutti i soci partecipi all'operazione. L'operazione di aumento di capitale - spiegano - è stata strutturata in modo tale da garantire la riuscita dell'operazione stessa, con o senza l'apporto del socio francese. Naturalmente è auspicabile che anche Air France insieme a tutti i soci partecipi all'operazione.

Un nuovo delicato cda
E la riunione del consiglio di amministrazione prima dell'assemblea dovrebbe essere dedicata a trovare un accordo tra gli azionisti italiani e il gruppo franco-olandese.
È infatti da tener presente tra la decisone dell'assemblea e la concreta sottoscrizione dell'aumento di capitale c'è un mese di tempo. Questo vuol dire che nel corso del consiglio di amministrazione si potrebbe arrivare ad un accordo di massima sul nuovo piano industriale e sul valore dell'azienda visto che, secondo il gruppo franco olandese il piano di emergenza proposto non é sufficiente e il valore della compagnia non è stato determinato.

Il valore della compagnia
Il valore assegnato oggi ad Alitalia (che secondo il Credit Suisse sarebbe tra 0 e 150 milioni) ha un peso rilevante nei nuovi assetti azionari: quanto più sarà alto l'attuale valore dell'azienda, tanto più dovranno pagare i nuovi soci come le Poste Italiane.
Su "Le Monde" si parla di un avvicinamento delle posizioni. L'Air France avrebbe ribadito all'amministratore delegato dell'Alitalia, Gabriele Del Torchio, le sue condizioni chiedendo un «cambio di strategia» con la «rinuncia ad aprire nuove rotte e acquistare nuovi aerei». E, secondo l'autorevole quotidiano, sembra che queste condizioni «stiano per essere soddisfatte».

La trattativa sul piano
Comunque, secondo quanto riportava "Le Figaro" nei giorni scorsi, l'Air France è tuttora interessata a salire al 50% di Alitalia, al fine di ottenerne la gestione operativa e poter così attuare un piano di ristrutturazione vero e proprio. Un piano all'insegna del ridimensionamento della flotta e dell'organico, taglio dei costi e recupero di efficienza analogamente a quanto sta portando avanti in casa propria dove si sta trattando un piano di riduzione del personale per 2.800 addetti, un recupero di efficienza del 20% e una riduzione del debito da 6,5 a 4,5 miliardi.

I patti parasociali
C'è poi da tener presente che i patti parasociali prevedono una maggioranza dell'80% per le scelte strategiche come nuove alleanze industriali o l'ingresso di nuovi azionisti. Attualmente il gruppo franco-olandese, con una quota del 25%, ha una sorta di "diritto di veto" che verrebbe a decadere nel caso della mancata partecipazione all'aumento di capitale che decurterebbe in misura rilevante (pare di oltre il 50%)la quota in mano ad Air France-Klm.

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