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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2013 alle ore 19:57.
L'ultima modifica è del 01 novembre 2013 alle ore 09:54.

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Nessuna interferenza del ministro della Giustizia sul caso Giulia Ligresti. Annamaria Cancellieri ha inviato ai Capigruppo di Camera e Senato. «Nel caso di Giulia Ligresti - scrive il Guardasigilli - avverto l'esigenza di precisare il senso e i limiti del mio intervento, non appena avuta conoscenza, per via diretta, delle condizioni psicofisiche della ragazza.
Era mio dovere trasferire questa notizia agli organi competenti dell'Amministrazione Penitenziaria per invitarli a porre in essere gli interventi tesi ad impedire eventuali gesti autolesivi».

Il ministro nella bufera
Il nome di Anna Maria Cancellieri compare nell'inchiesta di Torino sul caso Fonsai. Il ministro della Giustizia, ascoltata lo scorso agosto a Roma dai magistrati, si interessò - su sollecitazione della famiglia Ligresti - alle condizioni di salute di Giulia, dopo alcuni giorni messa ai domiciliari. Il ministro è finito nella bufera. «Il Movimento 5 stelle é pronto a presentare una mozione di sfiducia nei confronti di Annamaria Cancellieri, se non ci sarà un chiarimento sulla vicenda legata a Giulia Ligresti», ha annunciato il deputato 5 stelle e vicepresidente della commissione Giustizia della Camera, Alfonso Bonafede. Per il vicepremier Angelino Alfano si tratta di una vicenda strumentalizzata ad arte.

Alfano: vicenda strumentalizzata ad arte
«Ho espresso solidarietà al ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri per una vicenda strumentalizzata ad arte - ha detto Alfano -, che ha mostrato invece la sua grande sensibilità e la sua attenzione per le condizioni di salute in cui versava Giulia Ligresti, ritenute critiche anche dal giudice che ha stabilito infatti l'attenuazione delle misure cautelari». Secondo il vicepremier, da parte del Guardasigilli non c'è stata alcuna «azione e neanche intendimento al di fuori delle legittime competenze», ma «semmai l'intenzione di evitare l'eventuale peggioramento di una situazione difficile, nel pieno rispetto dell'ambito istituzionale che si coniuga opportunamente con l'aspetto più strettamente umano. Come del resto altri giudici hanno di frequente fatto in altri casi di detenzione meno noti e, forse per questo motivo, considerati, com'è giusto, nella norma».

La telefonata del 17 luglio con la compagna di salvatore Ligresti
«Se tu vieni a Roma, proprio qualsiasi cosa adesso serva, non fate complimenti, guarda non é giusto, non é giusto». Così Cancellieri si rivolge a Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti e sua amica. Nella telefonata del 17 luglio scorso agli atti dell'inchiesta di Torino su Fonsai, il ministro esprime la sua vicinanza alla Fragni. «Io sono mesi che ti voglio telefonare per dirti che ti voglio bene, la vita mi scorre in una maniera indegna». «Comunque guarda - continua - qualsiasi cosa io possa fare conta su di me, non lo so io cosa posso fare, però guarda sono veramente dispiaciuta». «Sono veramente dispiaciuta - insiste - Ma sono mesi che ti voglio...poi ci sono state le vicende di Piergiorgio (Peluso, ndr) quindi...guarda...Eh vabbé io non so se quanto mai rientrerò a Milano, ma appena riesco ad arrivarci, ormai fino a tutto settembre, ti vengo subito a trovare. Però qualsiasi cosa veramente, con tutto l'affetto di sempre...con tutto l'affetto di sempre guarda, non...». Qui la telefonata si conclude con la Cancellieri che termina così la conversazione: «Ti abbraccio con tantissimo affetto».

La replica del Guardasigilli: nessun trattamento di riguardo
«Mi sono comportata - continua Cancellieri -, peraltro, nello stesso modo quando sono pervenute al mio Ufficio segnalazioni, da chiunque inoltrate, che manifestassero preoccupazioni circa le condizioni sullo stato psicofisico di persone in stato di detenzione».

Intervenire è compito del ministro della Giustizia
«Intervenire - sottolinea ancora il ministro - è compito del Ministro della Giustizia.
Non farlo sarebbe colpevole e si configurerebbe come una grave omissione.
Non c'è stata, quindi, né poteva esserci, alcuna interferenza con le decisioni degli Organi giudiziari. Nella mia comunicazione al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, non vi è stato nel modo più assoluto, come ampiamente dimostrato, alcun riferimento a possibili iniziative finalizzate alla eventuale scarcerazione della Ligresti».

Cancellieri: pronta a riferire in parlamento
«Naturalmente - conclude la responsabile della Giustizia -, sono pronta a riferire in Parlamento, ove richiesta, per poter dare ogni chiarimento che si rendesse necessario».

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