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Questo articolo è stato pubblicato il 01 novembre 2013 alle ore 18:45.
L'ultima modifica è del 05 novembre 2013 alle ore 22:48.

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A cominciare dalla storia del camionista che diventa cieco perché avrebbe trasportato a Villaricca, in provincia di Napoli, fusti tossici e da quella che voleva Licio Gelli e una parte della massoneria deviata interessata alla gestione, in collaborazione con la camorra, delle discariche abusive. Ipotesi questa che spuntò anche nelle carte della madre di tutte le inchieste sull'ecomafia campana, ribattezzata Adelphi: un filone investigativo gigantesco (116 indagati, centinaia di migliaia di pagine di atti giudiziari) azzoppato da prescrizioni e assoluzioni: quasi nessuno è stato condannato. E, da allora, niente è cambiato.

Oggi, l'emergenza ambientale è resa ancor più acuta dai fumi tossici della Terra dei fuochi, la cerniera che unisce le province di Napoli e di Caserta dove, ogni giorno, vengono date alle fiamme cataste di rifiuti speciali che ammorbano l'aria rendendola irrespirabile. I casi di tumori sono in vertiginoso aumento, ma la politica locale sembra ancora lontana dalla percezione reale del problema.

Tant'è che, pochi giorni fa, la Regione Campania ha stanziato 5 milioni di euro per contrastare questo fenomeno. Inutile goccia d'acqua nel deserto. Non fosse altro perché, già nel 1997, proprio Schiavone aveva detto chiaro e tondo che, per bonificare le aree avvelenate dalla camorra, sarebbero serviti tutti i soldi incassati dallo Stato in un anno.

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