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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2013 alle ore 17:09.
L'ultima modifica è del 05 novembre 2013 alle ore 18:42.

«La previsione al ribasso della Ue era nota, non è un dramma. Non vedo un fatto nuovo». E ancora: «Non ci sarà nessuna scure di Bruxelles sull'Italia». Lo ha detto il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, parlando a Londra con la stampa, commentando le nuove stime della Commissione Ue che prevedono nel 2014 una crescita del Pil dello o,7% rispetto al +1,1% del governo. Il ministro è intervenuto anche sullo stop al pagamento della seconda rata Imu. E ha detto che «il reperimento delle risorse non è facile, ma si può fare».

Abolizione seconda rata Imu, coperture non facili
«Non faccio annunci di politica fiscale in tv - ha sottolineato Saccomanni - prima si prendono le decisioni e poi si annunciano». In ogni caso, ha detto, «non sarà facile» evitare la seconda rata dell'Imu, «ma si può fare», «si tratta di trovare il consenso politico».

Pil +1,1% nel 2014 tiene conto dei pagamenti Pa
La discrepanza sui dati del Pil tra governo e commissione Ue è spiegata da Saccomanni con il fatto che «le nostre stime sono basate su un modello econometrico che usa tutti i dati a nostra disposizione, anche l'ammontare dei pagamenti fatti dalla pubblica amministrazione». E ha aggiunto: «Non tutti questi dati sono a disposizione della maggioranza degli analisti». Se la previsione risulterà sbagliata «ne prenderemo atto», ha chiosato Saccomanni, spiegando che «lavoriamo» su variazioni nell'ordine "dello 0,1 o 0,2%"». Perciò: «Non vedo tutto il dramma che si fa su queste cifre, come se ci fosse chissà quale intento fuorviante».

Saccomanni: inconcepibile si pensi a dati taroccati
E ha aggiunto, in relazione ad alcuni articoli giornalistici che lo hanno accusato d'aver aver alterato i dati economici presentati alla Ue: «Pensare che ci si metta a fare una sorta di opera di taroccamento dati è una cosa inconcepibile. È un fatto di clamoroso provincialismo».

Palazzo Chigi: l'Italia non ha squilibri di bilancio
Del resto i dati della commissione Ue sono giudicati positivamente da Palazzo Chigi, perché «ribadiscono la salute dei nostri conti pubblici». L'Italia infatti «è l'unico grande paese europeo, assieme alla Germania, con un deficit stabilmente sotto il 3 per cento del Pil». Nella nota di palazzo Chigi si legge anche che «dal punto di vista strutturale, al netto cioè di entrate e spese una tantum, siamo vicini al pareggio di bilancio, e il debito pubblico si è stabilizzato. L'Italia quindi non presenta squilibri di bilancio né macroeconomici. Tutto questo permetterà di usufruire di maggiore flessibilità per investimenti produttivi»

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