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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2013 alle ore 11:13.
L'ultima modifica è del 08 novembre 2013 alle ore 18:01.

«Non si torna indietro sulla decisione già presa dello stop alla seconda rata Imu». Lo ha detto il premier Enrico Letta in conferenza stampa al termine dell'odierno consiglio dei ministri. Letta ha sottolineato come si stia lavorando sulle coperture. Ed ha parlato «un cortocircuito» a proposito delle polemiche sollevate dalle parole del ministro dell'economia da Londra.

Copertura non semplice ma si troverà
Il ministro, ha precisato Letta «ha detto, come anche noi avevamo detto, che la copertura della seconda rata non é semplice, ma stiamo arrivando a conclusione» e «non c'é da montare polemiche». Insomma la prima e la seconda rata Imu non saranno pagate dagli italiani. «Questa - ha aggiunto - é una decisione già assunta e su cui non si torna indietro. La copertura per la seconda rata non é una questione semplice ma sul piano politico é una decisione presa. Mi rendo conto che in questa fase ogni tema diventa occasione di terremoti politici, ma su questo voglio essere secco e ultimativo per evitare che ci si porti dietro delle incomprensioni».

Palle d'acciaio? È cortocircuito, frase mai detta
Letta è tornato anche sulla polemica montata per l'uso dell'espressione «ho le palle d'acciaio ("balls of steel")» utilizzata rispondendo a una domanda dell'Irish Times su come le cancellerie europee lo giudicano dopo il suo scontro con Berlusconi in occasione del voto di fiducia lo scorso 2 ottobre. «Sulle note vicende dell'acciaio ho letto profluvi di articoli su una cosa che non ho mai detto perché trattasi di una traduzione in inglese di una frase idiomatica». Un cortocircuito comunicativo per il quale Letta si è detto «allibito». E ha aggiunto: «da parte mia non c'è nessun cambio di linguaggio o volontà strategica nuova»

Pacchetto per recuperare infrazioni comunitarie
Letta ha poi annunciato che il consiglio dei ministri ha approvato «due importanti pacchetti di norme per recuperare i ritardi in materia di infrazioni comunitarie», perché «bisogna arrivare al semestre con un recupero fondamentale del pesante ritardo in materia di infrazioni. Non sarebbe serio se guidassimo il semestre europeo con dei ritardi». Nel comunicato diffuso al termine del Consiglio dei ministri Palazzo Chigi rende noto che, su proposta del ministro degli Affari europei, Enzo Moavero Milanesi, il Governo «ha approvato oggi in via definitiva due disegni di legge volti a recepire le normative più recentemente adottate a livello di Unione Europea e a chiudere svariate procedure d'infrazione al diritto Ue, suscettibili di determinare sanzioni pecuniarie a carico del Paese».

Via libera alla Orte-Mestre, nel 2015 la prima pietra
Inoltre il premier ha comunicato che «il Cipe ha dato il via alla Orte-Mestre, nodo stradale tra i più importanti». Nel comunicato diffuso dalla Presidenza del Consiglio si sottolinea che «l'opera beneficerà di misure fiscali sostitutive di un contributo pubblico a fondo perduto». In conferenza stampa il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha spiegato che «la novità enorme di quest'opera è che l'opera è integralmente in project financing e per la prima volta viene applicata nel nostro Paese la legge sulle defiscalizzazioni. Il contributo, cioè, che lo Stato darà non é diretto ma, avendo stabilito che é opera di interesse pubblico e che viene realizzata interamente con capitali privati, riguarderà l'esenzione fiscale ai fini Irap e Ires, e la compensazione dell'Iva». Quanto al costo complessivo dell'opera, Lupi lo stima in 9,84 miliardi. I tempi prevedono ora l'approvazione da parte della Corte dei Conti, quindi «ci sarà un bando internazionale pubblico entro aprile 2014. Nel primo trimestre 2015 dovrà essere posta la prima pietra». Successivamente Lupi ha stimato in 6 anni il tempo di realizzazione dell'infrastruttura.

Solo un primo esame per collegato ambiente e ddl delega istruzione
Non c'è stato il via libera al collegato ambiente alla legge di stabilità e al ddl con la delega al governo per varare i testi unici su scuola, università e ricerca. «Abbiamo avviato l'esame del collegato ambiente alla legge di stabilità. Ci siamo presi un pò di tempo per sciogliere gli ultimi nodi e la settimana prossima sarà approvato» ha detto Letta. Stessa sorte per la delega su istruzione, università e ricerca. L'esame è solo inziato e sarà «completato dal prossimo Cdm». Nel disegno di legge per «promuovere misure di green economy e per il contenimento di uso eccessivo di risorse naturali» dovrebbe trovare spazio la semplificazione delle autorizzazioni ambientali, un ricorso più ampio agli "appalti verdi" della Pa e gli incentivi all'acquisto di prodotti realizzati con materiali riciclati. Mentre i testi unici in materia di scuola, università e ricerca serviranno a semplificare le normative e sciogliere alcuni dei nodi irrisolti del sistema (in primis turn over e finanziamento di atenei ed enti).

Rinviato il collegato sviluppo
Rinviato invece il ddl collegato alla legge di stabilità con norme sullo sviluppo e nuove semplificazioni. L'Economia ha bocciato le coperture trovate finora dal Mise per il taglio di 2-3 miliardi della bolletta energetica (uno dei pilastri del provvedimento). E così si è preferito rinviare sine die tutto il ddl che prevedeva tra l'altro l'estensione di diritto di trasferimento gratuito del conto ad altro istituto di credito e il credito d'imposta per le imprese che investono in ricerca ed innovazione.

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