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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2013 alle ore 06:45.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 10:41.

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Torino - La Camera dei deputati, con 317 sì e 115 no, ha approvato il Ddl di ratifica dell'accordo Italia-Francia per la realizzazione e l'esercizio della linea Torino-Lione. Intanto, ieri nel cunicolo esplorativo alla Maddalena di Chiomonte, primo cantiere italiano della Torino-Lione, inizia la fase operativa della fresa TBM.

Per sottolineare la tappa fondamentale dell'opera, fortemente voluta da Italia, Francia e dall'Unione Europea, erano presenti in cantiere, tra gli altri, Louis Besson presidente della delegazione francese alla CIG-Commissione Intergovernativa, Piero Fassino Sindaco di Torino, Bernadette Laclais, sindaco di Chambery, e Mario Virano, presidente dell'Osservatorio sulla Torino-Lione e presidente CIG. Dopo oltre 200 metri scavati con metodo tradizionale, ora che il cunicolo è entrato nella roccia si procede con la fresa, che scaverà i restanti 7300 metri. La Tunnel Boring Machine (TBM) é lunga circa 240 metri e ha un diametro di 6,30 metri, composta da una prima parte con la fresa vera e propria che effettuerà lo scavo, la parte finale con i locali di comando, il quadro tecnico e la cabina di pilotaggio e infine la struttura di servizio. Il ritmo dello scavo sara di 7 - 10 metri al giorno, a seconda della durezza della roccia. La TBM è alimentata da sette motori elettrici, con una potenza di 2205 Kw, e la sua testa é costituita da 42 «taglienti« di 19 pollici di diametro per un peso complessivo di circa 380 tonnellate. La talpa, denominata «Gea«, è arrivata a Chiomonte per mezzo di 131 trasporti speciali che si sono succeduti da luglio a settembre.

Un preambolo, 28 articoli e diversi allegati per definire l'accordo Italia-Francia sulla tratta internazionale della Torino-Lione: il testo, sottoscritto dai due Paesi il 30 gennaio 2012, è stato ratificato dal Parlamento francese il 31 ottobre scorso e ieri dalla Camera a Roma, dove il giorno prima si era avviata la discussione generale. Sel (Sinistrea ecologia e libertà) aveva presentato 502 emendamenti «La ratifica è un errore – dicono –, le risorse vanno impegnate altrove, concentrandosi sulla creazione di lavoro e il rifinanziamento della Cig».

L'iter del documento era iniziato il 30 luglio scorso: incassato il parere delle commissioni competenti, l'ultima è stata la Commissione Affari esteri, il 6 novembre, ora si punta alla ratifica anche al Senato. Magari prima del 20 novembre, data del vertice tra Italia Francia che avrà tra i suoi temi anche la Torino-Lione.
«In parallelo – sottolinea Mario Virano, commissario del Governo per la Torino-Lione – la valutazione di impatto ambientale (Via) del progetto definitivo della tratta internazionale è quasi concluso presso il ministero dell'Ambiente, il prossimio passo è il passaggio al Cipe per gli adempimenti finanziari». Mentre per quanto riguarda il progetto della tratta nazionale, quella che in futuro dovrebbe collegare la stazione internazionale di Susa a Torino, è in fase di scrittura il parere sul progetto preliminare.

Il documento sottoscritto dai due governi contiene una serie di indicazioni, dalla governance del progetto alle caratteristiche del futuro promotore pubblico che dovrà affidare e seguire i lavori e che avrà sede sul territorio francese. Accanto alle disposizioni per il finanziamento dell'opera stessa – con la definizione, al netto del contributo che arriverà dll'Ue, delle quote del 57,9% per la parte italiana e del 42,1 per la parte francese –, le modalità di realizzazione del progetto, norme sulla la messa in servizio dell'opera e sul suo esercizio, infine le misure di accompagnamento del progetto. L'allegato 3, in particolare, impegna le parti a promuovere il trasferimento modale del trasporto merci, a partire dalla rete esistente, per rafforzare il servizio di autostrada ferroviaria alpina. Anche attraverso aumenti dei pedaggi autostradalidel Monte Bianco e del Frejus, con la possibilità di destinare quote a progetti che favoriscano l'intermodalità. E possibili divieti di transito per i mezzi pesanti Euro 1 e 2 e per il trasporto di merci pericolose. Riattivare la direttrice Italia-Francia in vista dell'entrata in funzione del futuro tunnel di base è una delle sfide dei prossimi anni.

Il vertice Italia-Francia è in calendario il 20 novembre prossimo: in quell'occasione i Movimenti per il diritto all'abitare hanno annunciato presidi intorno al luogo in cui si incontreranno il premier italiano Enrico Letta e quello francese François Hollande. Per gli oragnizzatori, «l'occasioneper fare luce sul problema dell'utilizzo dei fondi per le grandi opere, affinché vengano destinati al welfare e al diritto all'abitare». Ma il fronte degli oppositori all'opera si sta organizzando anche a livello locale. Sabato prossimo, 16 novembre, è in calendario una manifestazione a Susa voluta dal Movimento No-Tav, dalla Comunità montana e da una parte dei sindaci della Valle. «Gli amministratori della Valsusa – sottolinea Renzo Plano, presidente della Comunità montana – per porre una questione, quella della finanziabilità di quest'opera, nell'ottica delle priorità per il nostro paese. Crediamo che la tutela del territorio da terremoti e inondazioni, come emerso nell'incontro avuto con il sindaco dell'Aquila, rappresenti una questione urgente, che avrebbe bisogno di 130 miliardi di risorse, che debba essere messa in testa alle priorità per l'Italia».

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