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Questo articolo è stato pubblicato il 27 novembre 2013 alle ore 06:52.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 10:50.

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Rendering dell'impianto dimostrativo effettuato a Massa Martana, in UmbriaRendering dell'impianto dimostrativo effettuato a Massa Martana, in Umbria

Archimede solar energy, si riparte. Dopo il blocco del progetto dovuto a un rimpallo delle competenze tra Regione Sardegna e ministero dell'Ambiente (si veda il Sole 24 Ore del 2 ottobre, ndr) che ha fatto perdere otto mesi nell'avanzamento delle autorizzazioni e ha bloccato oltre un miliardo di investimenti esteri diretti in Sardegna, un intervento del ministero dell'Ambiente, nelle scorse settimane, ha stabilito che la competenza della procedura di Via in questo caso è ministeriale.

Ad accelerare i tempi è arrivato anche «il collegato ambientale, l'agenda verde del Governo, che all'articolo 6 ha riformato il modo di procedere del ministero e ha unificato le commissioni di Via e Aia – dice Gianluigi Angelantoni, presidente di Ase e amministratore delegato di Angelantoni Group –. Questo contribuirà ad accelerare le procedure e a creare maggiore trasparenza. Adesso che i nostri impianti sono sotto la procedura autorizzativa del ministero dell'Ambiente e che è intervenuta anche questa nuova norma, avremo un notevole beneficio in termini di semplificazione del processo».
Certo è che per ora la cronaca parla di una montagna di carta. La società che realizzerà il progetto (un partenariato internazionale tra il gruppo Angelantoni e i giapponesi della Chiyoda corporation) ha infatti spedito «24 scatoloni di documenti, progetti, studi e disegni richiesti per l'avvio della Valutazione di impatto ambientale al ministero dell'Ambiente», spiega Tiziano Giovannetti, fondatore e amministratore delegato di Fintel Energia group, partner del progetto Ase. Una enorme quantità di documenti in cui si racchiude il futuro di uno dei progetti più innovativi del solare termodinamico che servirebbe anche a fare della Sardegna, in uno dei suoi momenti più difficili, una vetrina internazionale. Con tutto ciò che questo comporta. Ma non solo. In quella montagna di carte si racchiudono, infatti, anche 5mila posti di lavoro. Tante sono le persone che direttamente e indirettamente servirebbero per la realizzazione delle opere.

L'avvio dell'istruttoria potrebbe cominciare formalmente già questa settimana e da quel momento ci sono 150 giorni per completarla. In caso di esito positivo sarà quindi possibile dare subito seguito all'investimento da 1,09 miliardi di euro. Quattro gli impianti che verranno realizzati in Sardegna: Flumini Mannu (50 Mw), Gonnosfanadiga (50 Mw), Campu Giavesu (30 Mw) e Giave Bonorva (50 Mw). In caso di esito positivo, tra l'altro, la costruzione del progetto sarà accompagnata da opere di mitigazione e integrazione tra attività agricole e attività industriali. Questo significa che i suoli nei pressi degli impianti, che oggi sono suoli non adatti all'agricoltura perché sottoposti in passato a intenso sfruttamento, saranno ripristinati, negli anni, con questo obiettivo.
A imprimere la svolta decisiva è stato anche l'interesse della presidenza del Consiglio che, data l'importanza del progetto dal punto di vista tecnologico e dell'investimento, dopo l'inchiesta di questo giornale del 2 ottobre, «ha inviato un funzionario per un sopralluogo nelle aree interessate – confida Angelantoni –. In aggiunta abbiamo avuto modo di parlare anche con il ministro degli Esteri, Emma Bonino, a proposito del progetto Destinazione Italia, per l'attrazione di investimenti esteri. Gli impianti sardi saranno infatti frutto di un partenariato internazionale con la Chiyoda corporation. A nome di Anest, l'Associazione nazionale energia solare termodinamica, abbiamo chiesto che Ase sia definito di rilevanza strategica nazionale, in modo tale che l'attenzione sul progetto venga portata a livello centrale, governativo perché c'è una rilevanza nazionale».

La notizia era talmente incredibile che la presidenza del Consiglio, ci racconta l'imprenditore Gianluigi Angelantoni, ha voluto che fosse un alto funzionario, di persona, a verificarla. Un miliardo di euro di investimenti bloccati? In Sardegna? Impossibile. Invece no. Fino a un paio di mesi fa, quando questo giornale ha denunciato la storia dell'Archimede solar energy, era proprio così. L'interesse governativo non stupisce perché l'Ase è proprio un esempio di progetto modello per Destinazione Italia, finalizzato ad attrarre investimenti dall'estero. E lo è in generale, ma poi anche in particolare per quello che rappresenta dal punto di vista tecnologico. Il titolo del punto 43 è proprio "Attrarre investimenti nei settori green". Quale esempio migliore dell'Archimede solar energy si può trovare? Se poi, come in questo caso, il progetto è nato sotto l'ala dell'Enea e di un premio Nobel, Carlo Rubbia, diventa difficile anche metterne in discussione l'eccellenza. E un eventuale blocco diventa proprio una questione burocratica. A buon intenditore, però, bastan poche parole. Semplicemente, racconta Angelantoni, «il funzionario ci ha contattati e abbiamo visionato insieme il progetto». Poco è bastato per avere il supporto anche del Governo.

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