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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2013 alle ore 12:03.
L'ultima modifica è del 04 dicembre 2013 alle ore 17:07.

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Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto di nomina della Commissione del Ministero della Salute che ha bocciato il cosiddetto "metodo Stamina". Di conseguenza è sospeso anche il parere contrario alla sperimentazione. È stato accolto dunque il ricorso del presidente di Stamina, Davide Vannoni. Nella loro ordinanza, i giudici amministrativi (che hanno fissato l'11 giugno 2014 l'udienza di merito) hanno fatto una sorta di invito al ministero della Salute ad effettuare un'istruttoria approfondita sul tema del "metodo Stamina".

Il Tar Lazio: non garantita imparzialità di giudizio
«Non è stata garantita l'obiettività e l'imparzialità del giudizio, con grave nocumento per il lavoro dell'intero organo collegiale». Con questa considerazione il Tar del Lazio ha considerato «ammissibile e anche provvista di sufficiente concretezza» una delle motivazioni avanzate nel ricorso presentato da Stamina Foundation contro la bocciatura del metodo da parte del Comitato scientifico nominato del ministero della Salute. Davive Vannoni, fondatore di Stamina Foundation, ha sottolineato come i componenti del Comitato si fossero già espressi negativamente contro il metodo prima di essere nominati dal ministero della Salute.

Membri del comitato già in precedenza perplessi su cura
I giudici ricordano che i componenti del Comitato - Luca Pani, Alessandro Nanni Costa, Maria Grazia Roncarolo, Bruno Dallapiccola, Generoso Andria, Amedeo Santossuo e Patrizia Popoli - sono professionisti «che in passato, prima dell'inizio dei lavori, avevano espresso forti perplessità, o addirittura accese critiche, sull'efficacia scientifica del metodo Stamina». Per questo «tale motivo, oltre che ammissibile è anche provvisto di sufficiente fumus, non essendo stata garantita l'obiettività e l'imparzialità del giudizio, con grave nocumento per il lavoro dell'intero organo collegiale», sottolinea il Tar del Lazio, considerato che «il requisito dell'indipendenza dei componenti il Comitato scientifico è stato ritenuto essenziale anche dal ministero della Salute», che «tale indipendenza va intesa primariamente in senso ideologico (e dunque non necessariamente economico, come sembra affermare il ministero nella memoria difensiva), e deve quindi concretizzarsi innanzitutto nel non approcciarsi alla sperimentazione in modo prevenuto, per averla già valutata prima ancora di esaminare la documentazione prodotta dalla Stamina Foundation».

Ai lavori partecipino esperti che non hanno già preso posizione
Il Tar considera anche che è «interesse primario dello stesso ministero della Salute pervenire a riscontri obiettivi e, per quanto lo consenta la materia, il più possibile certi in ordine alla possibilità di iniziare la sperimentazione e, se del caso, alla sua efficacia» e che «è pertanto necessario che ai lavori partecipino esperti, eventualmente anche stranieri, che sulla questione non hanno già preso posizione».

Gli esperti: «No comment»
No comment, per ora, da parte di alcuni degli esperti del comitato scientifico nominato dal ministro della Salute per giudicare il metodo Stamina, il cui operato è stato bocciato oggi dal Tar del Lazio.
«Nessun commento», infatti, da parte di Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti, e di Antonio Federico, ordinario di Neurologia all'Università di Siena e past president della Società italiana di neurologia (Sin), secondo cui «sarebbe bene che si esprimesse il presidente del comitato, Fabrizio Oleari», a capo dell'Istituto superiore di sanità.

Vannoni: «comitato era di parte, ministro dovrebbe dimettersi»
Il Tar del Lazio «conferma quello che abbiamo detto subito, e cioè che il comitato scientifico era di parte. Il ministro Lorenzin non se la può cavare con la creazione di un nuovo comitato, dovrebbe dimettersi». Così all'Agi il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, commenta la bocciatura da parte del Tar del comitato che ha giudicato il metodo Stamina. «Noi siamo disponibili a una nuova valutazione del metodo - spiega Vannoni - ma alle nostre condizioni, con un comitato indipendente di esperti internazionali, una sperimentazione trasparente, senza preconcetti. Il Tar dice una cosa gravissima: che non ci si può fidare di un comitato composto dai massimi esperti italiani».

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