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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2013 alle ore 07:17.
Cinquemila e trecento euro spesi (e rimborsati) nei primi 10 giorni di agosto del 2010 per pranzi e cene: a tanto ammonta la voracità dei consiglieri regionali del Pdl dell'Emilia Romagna secondo quanto finora appurato dalla magistratura bolognese che indaga sulle spese pazze degli eletti di viale Aldo Moro. E se già la cifra di per sé è di quelle che fa pensare che colesterolo e girovita dei berlusconiani (o ex tali) siano parecchio preoccupanti, peggio è scoprire che tanto appetito è stato manifestato quando nessuno di loro era al lavoro, essendo sospese le sedute dell'Assemblea Legislativa.
Esattamente un anno dopo, forse dopo avere fatto un controllino dal dietologo, gli stessi consiglieri hanno speso (e ottenuto rimborso) 800 euro: la cinghia dell'amministrazione regionale era stata stretta e i primi risultati iniziavano a farsi vedere. Non che si fosse in clima di spending review, il governo Monti era ancora di là da venire, ma la riduzione delle spese era comunque iniziata.
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Sull'altro versante, quello del Pd (il cui ex capogruppo Marco Monari, da solo per pranzi e cene, è costato nel corso del 2010 30mila euro) i consiglieri hanno mangiato molto meno: a rimborso sono stati messi ‘solo' mille euro; l'anno dopo mille e cinquecento. Resta il dubbio: se i lavori dell'Assemblea erano sospesi, a che titolo quelli che vi siedono avevano diritto al rimborso spese per mangiare?
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