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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2013 alle ore 08:34.
L'ultima modifica è del 12 dicembre 2013 alle ore 08:35.

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Entro l'anno via finanziamento pubblico partiti
Troppo tempo è passato dalle proposte fatte dal governo sull'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. Di qui poi la conferma della volontà di «completare definitivamente» questo percorso «entro l'anno con tutti gli strumenti a disposizione». Un riferimento implicito alla possibilità di un decreto legge, se il Senato non licenzierà in tempi rapidi il testo già approvato dalla Camera.

Giù il debito, costa 90 miliardi di interessi all'anno
Poi il premier ha elencato 5 priorità economiche: continuare a far scendere deficit, debito e tasse per famiglie e imprese. Far crescere il Pil dell'1% nel 2014 e del 2% nel 2015. Rilanciare gli investimenti pubblici usando meglio i fondi strutturali Ue. Rilanciare politiche di competitività per le imprese basate su innovazione e digitalizzazione. Creare un clima favorevole agli investimenti privati, sburocratizzando, semplificando e riformando anche la giustizia civile. Quanto al debito pubblico va aggredito non perché ce chiede l'Ue, ma «perché ci costa troppo». Paghiamo «90 miliardi di euro in interessi, soldi buttati».

Aprire Poste ed altre imprese ad azionariato lavoratori
Non solo. Il premier anticipa al Parlamento anche l'intenzione «di valutare l'apertura, a breve, del capitale delle Poste e di altre imprese all'azionariato dei lavoratori, per un nuovo modello di impresa già avviato in Germania».

"Destinazione Italia" in Cdm venerdì: credito imposta e taglio bollette
In particolare, il piano DestinazioneItalia per l'attrazione degli investimenti privati «sarà in approvazione al consiglio dei ministri di venerdì», annuncia Letta. Ci saranno «il credito di imposta per la ricerca e fondi per la digitalizzazione delle Pmi». Non solo. Nel piano «interverremo sul costo dell'energia» con «una riduzione di 600 milioni sulle bollette», una riduzione «che si somma a quella già prevista dal decreto Fare». Il premier poi aggiunge che nel prossimo Cdm ci sarà «un intervento per far scendere sensibilmente le tariffe delle Rc auto».

Privatizzazioni, no svendita per fare cassa
Sul fronte dismissioni Letta assicura: «Nessuno di noi si sogna di svendere lo Stato per fare cassa. Credo fermamente nel ruolo dello Stato, ma lo Stato - osserva il premier - per essere credibile e funzionante non deve occuparsi di tutto. I capitali privati possono portare risorse fresche e sviluppo». Letta ha ricordato che «il primo blocco di dismissioni vale tra i 10 e i 12 miliardi, che andranno in gran parte alla riduzione del debito».

In 2014 chiudere riforma ammortizzatori sociali
Sul fronte del lavoro poi Letta annuncia che «nel 2014 completeremo riforma degli ammortizzatori sociali». E in sede di replica ha ribadito: «il tema del lavoro e dell'occupazione è centrale». E subito verranno «messe in cantiere misure per i giovani e per chi perde lavoro».

Tassi Btp decennali al 4% è risultato fondamentale
Aver riportato al 4% i tassi di interesse sui titoli di Stato decennali «è un primo risultato fondamentale» ha rivendicato Letta in sede di replica. «Oggi - ha aggiunto Letta - tocchiamo il livello minimo di spread da due anni e mezzo a questa parte, dal 7 luglio 2011, Governo Berlusconi, quando iniziò l'avvitamento. Quando si chiedono mutui e noi facciamo la legge di stabilità e mettiamo gli interessi sul debito, la differenza tra avere interessi al 7% e al 4% vuol dire la differenza tra la vita e la morte per le imprese, il bilancio pubblico, le famiglie».

Sito unico PA per maggiore trasparenza
Nel 2014 entrerà in funzione «un contatore della Pa per valutare l'azione» delle amministrazioni pubbliche e «stiamo costruendo analogamente un sito unico del governo, delle agenzie e degli enti» per una maggiore «trasparenza», afferma il premier.

Grillo fa macerie democrazia e incita insubordinazione
Non manca una stoccata a Beppe Grillo, mai citato direttamente. «Le istituzioni esigono sempre rispetto, a maggior ragione in un tempo amaro in cui si tenta di immiserire questa aula con azioni e parole illegittime che avallano la violenza, mette all'indice i giornalisti e vuole fare macerie della democrazia rappresentativa e arriva ad incitare all'insubordinazione le forze dell'ordine», ha detto il premier. Poi in sede di replica
alle dichiarazioni del Movimento 5 stelle ribadisce: «È inaccettabile mettere i giornalisti alla gogna.Ogni mattina leggo le cose più strampalate, scorrette, ma è il mio punto di vista ed è questa la differenza di fondo», ha detto Letta che ha espresso solidarietà «al collega Faraone» (accusato dal M5s di contiguità con la mafia, ndr). Durante l'intervento del premier, alcuni deputati M5S trattengono a fatica il loro collega Riccardo Nuti che dal suo scranno punta vistosamente il dito contro Letta, accusandolo: «Sei un bugiardo! Vergognati! Vai a casa!».

Non voti fiducia chi usa populismo anti-Ue
Infine l'appello in chiave europea e antipopulista. «Oggi tracciamo una linea netta - dice Letta - senza sfumature: di qua chi ama l'Europa, ne riconosce le contraddizioni e vuole riformarla ma sa che senza Ue ripiombiamo nel medioevo. Di là chi vuole bloccare l'Ue. Chiedo un mandato per un'Europa migliore, chi vuole isolare l'Italia, chi cerca consenso con il populismo non voti la fiducia».

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