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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2013 alle ore 17:51.
L'ultima modifica è del 17 dicembre 2013 alle ore 19:47.

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(Reuters)(Reuters)

L'Ucraina è tornata all'ovile. Dell'incontro avvenuto martedì a Mosca - il presidente ucraino Viktor Yanukovich con Vladimir Putin - per il momento conosciamo soltanto la metà russa, cioè gli aiuti offerti dal Cremlino «per sostenere il budget dell'Ucraina», come ha detto il presidente russo. Temendo le piazze di Kiev pronte a incendiarsi, le cronache non si soffermano su quello che il presidente ucraino ha promesso in cambio.

Putin si è limitato a dire che non si è parlato dell'ingresso nell'Unione doganale con Russia, Kazakhstan e Bielorussia. Ma la generosità dello zar avrà sicuramente un costo altissimo: qual è il patto tra i due? Per prima cosa Yanukovich torna a casa con uno sconto consistente sul gas. Se dopo il distacco da Mosca, nel 2004, l'Ucraina era arrivata a pagare le più alte tra le tariffe europee, sui 400 dollari per mille metri cubi di gas, da oggi è riaperta l'era dei prezzi di favore. Uno sconto sulle forniture di Gazprom di un terzo, Putin lo ha definito «temporaneo»: da gennaio 2014 gli ucraini pagheranno 268,5 dollari.

Ma la scommessa di Putin appare ancor più clamorosa quanto alla seconda parte dell'accordo. Il presidente russo ha detto che investirà in bond ucraini 15 miliardi di dollari - il massimo delle ipotesi che circolavano in questi giorni: li sottrarrà al Fondo nazionale per il welfare, uno dei due fondi sovrani russi costruiti negli anni con i guadagni del petrolio per garantire la stabilità dei conti dello Stato e il futuro delle pensioni, per proteggerle nelle fasi di calo dei prezzi dell'energia. Secondo i dati dei ministero delle Finanze russo, nel febbraio scorso la disponibilità del Fondo per il welfare era di 88 miliardi di dollari circa. Il futuro non è roseo neppure per l'economia russa: si può permettere un investimento così rischioso?

«Prendendo in considerazione le difficoltà dell'economia ucraina - ha spiegato Putin citato dall'agenzia Interfax - legate in buona misura alla crisi economica e finanziaria mondiale, il governo russo ha preso la decisione di convertire in titoli governativi ucraini una parte delle proprie riserve, con l'obiettivo di sostenere il budget dell'Ucraina».

È esattamente quello di cui Yanukovich aveva bisogno, per affrontare i pagamenti in scadenza il prossimo anno - in parte destinati proprio a Gazprom - e per frenare la caduta della grivna. Per Kiev l'alternativa al pronto soccorso di Mosca potevano essere i 15 miliardi in discussione con il Fondo monetario internazionale, che però li vincolava a una serie di riforme: tra queste l'abolizione dei sussidi sul gas alle famiglie, una misura che Yanukovich non si è mai sentito di affrontare.

Ora il presidente ucraino sarà forse nelle condizioni di abbassare le bollette, ma il rischio che si è assunto è altissimo: c'è solo da attendere la risposta dei dimostranti filo-europei all'abbraccio con Putin.

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