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Questo articolo è stato pubblicato il 31 dicembre 2013 alle ore 10:12.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:16.

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Per evitare che 2014 sia per l'Europa l'anno di passaggio dalla lunga recessione alla stagnazione economica unita ad un crisi sociale persistente è utile vedere quali scelte economiche e sociali (ma anche politiche) siano in atto per rilanciare da un lato la crescita economica ed occupazionale e dall'altro il rafforzamento istituzionale della Eurozona (Uem) che è il motore di tutta la Ue. Stando alle dichiarazioni,ai programmi ed ai progetti, la Uem e la Ue sarebbero quasi a regime nelle indicate direzioni. A noi pare invece che in piena attuazione vi sia solo il "fiscal compact".

Ovvero quel «Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell'unione economica e monetaria» (secondo la denominazione ufficiale edulcorata) che, approvato nel marzo 2012 ed entrato in vigore il 1º gennaio 2013, ha marcato tutto l'anno. Per questo bisognerebbe che l'Europa puntasse nel 2014 ad un "industrial compact", quale nucleo per il rilancio dell'economia reale, su cui l'Italia, anche per la forza della sua manifattura, potrebbe svolgere un ruolo importante.

Verso «un'autentica» Uem.
Sappiamo che la nostra affermazione sulla dominanza del fiscal compact può sembrare eccessiva se si tiene conto della sua successiva inclusione nel più ampio programma «Verso un'autentica Unione economica e monetaria» elaborato dai quattro Presidenti (del Consiglio e della Commissione Europea, della Bce e dell'Eurogruppo) ed approvato dal Consiglio Europeo del dicembre del 2012. È un programma che fissa le condizioni necessarie per «un'autentica unione» tra i Paesi della Uem da attuarsi su quattro grandi aree. E cioè su tre strutture integrate (finanziaria, di bilancio, di politica economica) più una quarta sulle condizioni di legittimità e sindacabilità democratica. È un programma importante (che di recente si è concentrato sulla cd "Unione Bancaria", forse troppo elogiata), anche dal punto di vista istituzionale, che tuttavia risulta carente per ciò che attiene l'economia reale senza la quale non si realizzerà un'autentica Uem.

Non riteniamo infatti che a tal fine sia sufficiente quella parte del programma relativa alla struttura integrata di politica economica. La stessa si concentra infatti con riferimento ai Paesi della Uem (e della Ue): sulla loro convergenza in termini di competitività; sul controllo ex ante (nell'ambito del cd «semestre europeo») delle loro riforme e sull'attuazione delle raccomandazioni a loro indirizzate dalle Istituzioni europee per la correzione degli squilibri macroeconomici; sulle intese contrattuali da stipulare con loro per riforme strutturali pluriennali sostenute da incentivi finanziari con il controllo della Commissione europea.

Rilanciare l'economia reale

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