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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2014 alle ore 14:53.
L'ultima modifica è del 11 gennaio 2014 alle ore 15:05.

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C'era anche l'ex leader della Lega, Umberto Bossi, al presidio di stamattina al casello dell'Autolaghi A9 di Fino Mornasco, organizzato contro il rincaro delle tariffe entrato in vigore con il nuovo anno. Alla manifestazione ha partecipato un centinaio di persone, compresi alcuni sindaci della zona. «Sono aumentati i trasporti - ha detto Bossi - che sono vitali per l'economia e l'industria. Bisogna ridistribuire i sacrifici in tutto il Paese, non mungere la stessa vacca».

La protesta, iniziata attorno alle 12, per concludersi un'ora dopo, é stata organizzata dal parlamentare di Cantù (Como) della Lega Nord, Nicola Molteni. Contro i rincari hanno protestato anche il Commissario provinciale di Como, Leonardo Carioni, con il collega Dario Galli di Varese (entrambi appartenenti al Carroccio) che stanno anche redigendo un ricorso al Tar contro il provvedimento che ha introdotto i rincari. «Io non pago» era lo slogan della manifestazione diffuso dagli attivisti.

Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, accompagnato da una quarantina di automobili con le bandiere della Lega, per due volte si é recato al casello autostradale della A8 di Gallarate Nord, dove non ha pagato il pedaggio. Salvini, dopo aver ritirato il biglietto, ha dichiarato di non pagare il pedaggio, si é informato su cosa sarebbe accaduto e, leggendo le istruzioni che spiegavano che la somma dovuta poteva essere pagata, senza addizionali, entro quindici giorni, ha ribadito il suo no al pagamento anche quando gli fosse arrivato il dovuto avviso. «A Roma - ha detto Salvini, che ha spiegato i motivi del suo riufiuto - si circola sul Grande raccordo gratis, la Salerno-Reggio Calabria è gratis. Qui si paga un occhio della testa. Vediamo chi si stufa prima. Non pago due ero oggi perché è una truffa. Mi manderanno da pagare tre euro. Vediamo se si stufano prima loro a chiedermi euro o se io a cestinare la richiesta».

«Hanno aumentato i trasporti - ha aggiunto l'ex leader della Lega, Umberto Bossi - che sono vitali per l'economia e l'industria: bisogna ridistribuire i sacrifici su tutto il paese e non mungere sempre la stessa vacca, il nord».

Nella protesta è intervenuto anche Luca Zaia, presidente della Regione Veneto: «Penso che si debba protestare non solo per il pedaggio sull'A28 ma per tutte le realtà in cui lo si paga, perché il Veneto versa a Roma 21mld di tasse all'anno e abbiamo diritto alle autostrade gratuite». Sulle polemiche a seguito dell'aumento dei pedaggi autostradali ha poi aggiunto: «La partita dell'A28 é una mia vecchia battaglia, perché va ricordato che gli ultimi 13km di questa autostrada, sui 34 totali si pagano e si pagano solo da Sacile Ovest a Conegliano. È sostanzialmente un pedaggio virtuale». Così ha puntualizzato il governatore, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano di commentare la minaccia della Provincia di Treviso di uscire dalla società Autovie per questo problema. «Siamo di fronte ad un'ingiustizia, al fatto che in Friuli Venezia Giulia l'A28 é di fatto una tangenziale per molti paesi, che serve molti comuni, mentre in Veneto diventa l'occasione per far pagare ancora i veneti».

I consiglieri regionali comaschi, Francesco Dotti (Fratelli d'Italia) e Alessandro Fermi (Forza Italia), già ieri, invece, hanno depositato un'interrogazione urgente in regione che dovrebbe essere discussa martedì prossimo in consiglio. «La Lombardia é la regione più penalizzata e l'autostrada A9 Lainate-Como-Chiasso si riconferma tra le autostrade più care d'Italia», scrivono in una nota i due consiglieri. «Chiediamo», si legge ancora, «un intervento deciso di regione Lombardia e un'azione incisiva del presidente Roberto Maroni nei confronti del Governo e del Tavolo Stato-Regioni: questi aumenti vanno a penalizzare le famiglie e il tessuto produttivo lombardo e transfrontaliero».

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