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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2014 alle ore 18:22.
L'ultima modifica è del 11 gennaio 2014 alle ore 18:42.

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Il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, si è dimesso. Lo ha detto in conferenza stampa. Mercoledì scorso 4 persone erano finite ai domiciliari e altrettante, tra cui il vice sindaco Roberto Riga poi dimessosi, risultavano indagate nell'inchiesta «Do ut des» coordinata dalla Procura su presunte tangenti nella ricostruzione post sisma.

L'annuncio è stato dato poco fa nel corso di una conferenza stampa convocata d'urgenza. Cialente ha spiegato di «aver capito che non sono più ultile a questa città e forse sono un ostacolo». Nei giorni passati il ciclone giudiziario attorno alla ricostruzione del post sisma aveva portato anche alle dimissioni del vice sidanco, indagato insieme ad altre sette persone. Lunedì sono previsti gli interrogatori di garanzia.

«È stato un fulmine a ciel sereno, mi sento fortemente tradito», aveva detto la settimana scorsa il primo cittadino dell'Aquila oggi dimissionario, a commento dell'operazione «Do ut Des» su presunte tangenti in alcuni appalti. Erabi state 13 le perquisizioni, presso alcune ditte, abitazioni private e dentro gli uffici del Comune dell'Aquila, scattate dalle prime ore della mattina nei confronti di attuali ed ex assessori e funzionari pubblici aquilani ritenuti responsabili, a diverso titolo insieme a imprenditori, tecnici e faccendieri, di millantato credito, corruzione, falsità materiale e ideologica, appropriazione indebita su appalti legati alla ricostruzione post-terremoto del 6 aprile 2009.

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