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Questo articolo è stato pubblicato il 12 gennaio 2014 alle ore 18:19.
L'ultima modifica è del 12 gennaio 2014 alle ore 18:47.

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A Brescia c'era interesse di importanti personaggi della Regione e dell'ospedale di vedere curati se stessi e i propri congiunti, «abbiamo perciò deciso di curare prima i raccomandati, così poi saremmo riusciti a far entrare i nostri bambini», ha detto Marino Andolina, vice presidente di Stamina Foundation, intervistato da Presadiretta.

«C'era interesse di importanti personaggi di vedere curati se stessi e i propri congiunti», ha poi aggiuto Marino Andolina, il medico di Trieste vice-presidente di Stamina Foundation. «Un dirigente della Regione Lombardia aveva un problema - ha spiegato - una malattia neurologica progressiva. Ha pensato che potevamo curarlo e ha favorito l'ingresso del nostro metodo a Brescia. Anche i dirigenti locali avevano qualche fratello, cognato o marito da curare, col morbo di Parkinson. Abbiamo perciò deciso di curare prima i raccomandati, così poi saremmo riusciti a far entrare i nostri bambini».

«Il metodo Stamina» sarà la puntata di Presadiretta in onda domani alle 21.05 su Rai3. Il racconto di Riccardo Iacona e Liza Boschin, con la collaborazione di Marco Piazza, sarà la prima inchiesta televisiva sulla discussa ''terapia'' a base di cellule staminali del professor Davide Vannoni, che promette di curare tante gravi malattie. Una vicenda di cui si e' parlato moltissimo nelle ultime settimane e che sta dividendo il pubblico e i media come capitò col caso Di Bella.

A parlare alle telecamere di Presadiretta è anche il papà di Nicole De Matteis: «In tutto, il trattamento Stamina ci è costato 50mila euro, dobbiamo ancora finire di pagare e mia figlia è ancora sulla carrozzella». La loro figlia di undici anni, affetta dalla nascita da tetraparesi spastica, ha fatto una serie di infusioni Stamina, prima al Burlo Garofalo di Trieste e poi agli Spedali di Brescia:« 27 mila euro è stato il costo della prima infusione» ha detto la mamma di Nicole, mostrando copia dei bonifici.

Nell'inchiesta televisiva è stato intervistato anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: «Se fosse vero che Vannoni e i suoi ci hanno dato un protocollo diverso da quello utilizzato a Brescia, ci sarebbero gli elementi per una truffa ai danni dello Stato. Sarebbe un atto gravissimo che tradisce il Parlamento. È più che grave, è inaccettabile. È una presa in giro nei confronti di tutto il popolo italiano contro la quale ci rivarremo sicuramente». Per Lorenzin, «la televisione italiana ha una responsabilità grandissima in questa vicenda. L'informazione entra nelle case della gente e dovrebbe essere sempre corretta, tanto più quando si tratta di salute. Si possono generare speranze, illusioni. I media hanno una responsabilità enorme e devono fare una seria riflessione. Non si può pensare solo allo share».

Per il futuro il ministro auspica che si torni a dare maggiore forza di controllo e di ispezione al ministero della Salute: «Il ministero deve tornare ad avere un ruolo centrale per la sicurezza dei cittadini. Non ci possono essere 20 sanità diverse. La popolazione è una sola». Per Lorenzin, infine, è grave che il trattamento Stamina sia entrato dentro gli Spedali di Brescia: «Come è possibile che un metodo che non sia stato né brevettato né sperimentato sia potuto entrare in una struttura pubblica italiana? Anche su questo -conclude il ministro - dovremo fare chiarezza».

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