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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2014 alle ore 06:48.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:41.
Chiediamo allora a Ledeen di che cosa parla con Renzi. «Delle cose che forse mi illudo di conoscere - Medio Oriente, Russia, chi sale e chi scende nella scena politica americana».
E Renzi cosa le dice?
«Quando siamo insieme per lo più mi fa domande… Ma se continuiamo a parlare vuol dire che le mie risposte gli vanno bene».
Abbiamo chiesto chiarimenti anche a Carrai. «A me piace andare a capire l'intelletto delle persone. Ledeen è una persona intellettualmente viva… come ce ne sono altre diecimila».
Il punto è quello: Perché proprio Ledeen?
«Penso di saper scegliere le persone…»
Sapeva di Michael Ledeen e del generale Santovito?
«Chi è il generale Santovito?»
L'ex capo del Sismi.
«Non so chi sia… e questo è a riprova del fatto che con Michael Ledeen non ci sono rapporti oscuri, come qualcuno vuole insinuare».
Veramente questo prova soltanto che lei non sa chi è Michael Ledeen.
«Quando viene in Italia e mi chiama, lo saluto volentieri (…) è un rapporto di natura amicale e intellettuale».
Carrai parla di pura curiosità intellettuale. Ma il Sole 24 Ore ha trovato un episodio in cui, di fatto, la condivisione di idee c'è stata.
Agli inizi del 2011, con Bengasi in subbuglio ma Gheddafi ancora saldo al potere a Tripoli, in un suo blog del 19 febbraio Ledeen scrisse: "Dal Medio Oriente al Sud America il popolo sta chiedendo un cambiamento rivoluzionario... Sentiamo la voce dell'insurrezione democratica. Se riuscisse a prevalere, potrebbe essere l'inizio di una rivoluzione democratica su scala globale". Il 23 febbraio si espresse più chiaramente intitolando il suo pezzo "Bomb Libya".
Il giorno successivo Carrai inviò una lettera aperta a La Repubblica nella quale formalmente si invitavano i lettori a sottoscrivere un "fondo di solidarietà" a favore dei rivoltosi libici, ma che di fatto invocava un intervento europeo: "Siamo di fronte a una rivoluzione planetaria (…) l'Europa non può in nome di una realpolitik fingere una diplomatica neutralità abbandonando alla morte coloro che combattono per la libertà". E con entusiasmo molto ledeeniano, o forse garibaldino, ma certamente poco cattolico, concludeva: "Se nel Risorgimento ci fossero stati attendismi e non la gioiosa e irruenta forza di giovani liberi oggi non ci sarebbe l'Italia".
Il problema è che adesso non c'è più la Libia, e che il primo fornitore di petrolio dell'Italia e il terzo di gas naturale non riesce più ad estrarre petrolio e pompare gas come prima.
Per Ledeen conta poco. Lui sta in America, dove grazie al metodo estrattivo del fracking c'è un nuovo boom gas-petrolifero. E dove si tiene occupato cercando di mandare a monte l'accordo di Ginevra con l'Iran. Affinché, come ha scritto, «l'Occidente dimostri di essere veramente pronto a sfidare il regime di Teheran». Magari con una forza armata. Gioiosa e irruenta, ovviamente.
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