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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2014 alle ore 12:10.
L'ultima modifica è del 16 gennaio 2014 alle ore 16:24.

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La trattativa sulla legge elettorale entra nel vivo oggi con la direzione del Pd, fissata per le 16. Matteo Renzi, come ha anticipato oggi il Sole 24-Ore, punta a chiudere nel weekend l'accordo con Silvio Berlusconi sul sistema spagnolo. Il sindaco potrebbe scoprire le carte già oggi davanti ai vertici del suo partito. Con gli emissari di Berlusconi, leggasi Denis Verdini, il sindaco ha già un'ipotesi molto avanzata di accordo. Si tratta del modello spagnolo, che però verrebbe corretto con un premio di maggioranza del 15%, forse addirittura del 20% per la prima lista. E con circoscrizioni più ampie nelle città metropolitane. Un sistema che favorisce i grandi partiti.

Resta il problema dell'opposizione di Angelino Alfano, con le conseguenti possibili turbolenze sul Governo. Motivo per cui anche Letta (che sentirà solo telefonicamente il segretario, sintomo della freddezza nei rapporti frai due) potrebbe frenare su questa ipotesi, preferendo di gran lunga il doppio turno, che è il sistema che piace anche agli alfaniani. Ma Renzi sembra deciso ad andare avanti. Per venire incontro alle richieste di Angelino Alfano, la proposta dovrebbe contenere appunto, oltre alle piccole circoscrizioni su tutto il territorio, anche nove circoscrizioni più grandi corrispondenti alle aree metropolitane.

La tappa decisiva sarà l'incontro fra Renzi e Berlusconi, quasi sicuramente sabato. Dopo la rivolta della sinistra del partito (anche oggi i cuperliani avvertono: «Berlusconi è un evasore, Renzi non lo incontri»), il leader Pd sta riflettendo sull'opportunità di vedere il lader Fi alla sede del Nazareno o piuttosto in un luogo diverso.

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