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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2014 alle ore 20:58.
L'ultima modifica è del 28 gennaio 2014 alle ore 07:45.

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Sono in tutto 318 gli emendamenti al testo base sulla legge elettorale depositati alla Camera in commissione Affari costituzionali. Dunque un numero limitato rispetto agli standard. L'esame delle proposte di modifica, dopo un vaglio di ammissibilità da parte della presidenza della commissione, è stato rinviato dall'ufficio di presidenza domani alle 8,45 (alle 7,45 scade il termine per la presentazione dei sub-emendamenti). La seduta è è più volte slittata a causa dell'ostruzionismo attuato in aula dai Cinque stelle sul decreto Imu-Bankitalia. Intanto voci non confermate segnalano che domani potrebbero tornare a vedersi Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. L'incontro fra i due servirebbe a concordare alcune modifiche alla legge elettorale, come la soglia al 38% e le primarie facoltative, ma regolate dalla legge.

Con Forza Italia si tratta su tre punti
L'accordo sugli emendamenti alla legge elettorale non è chiuso, ma la trattativa tra Pd e Forza Italia è aperta su 3 punti: innalzamento della soglia per il premio di maggioranza dal 35 al 38%, primarie facoltative previste dalla legge e delega al governo per disegnare i collegi.

Verdini frena sull'innalzamento del premio di maggioranza al 38%
«In relazione ad alcune ricostruzioni giornalistiche, preciso che é destituita di fondamento ogni ipotesi di accordo diverso da quello stipulato fra il presidente Silvio Berlusconi e il segretario del Pd, Matteo Renzi», ha dichiarato Denis Verdini. «Sono quindi false le notizie circa una modifica al rialzo della soglia del 35% per assegnare già al primo turno il premio di maggioranza», ha sottolineato il deputato di Forza Italia.

I deputati del Pd ritirano gli emendamenti
Sulla delega al governo per la definizione dei collegi la trattativa con Forza Italia, che chiede resti materia parlamentare, è ancora aperta, così come sull'abbassamento dal 5 al 4% della soglia di sbarramento. Quanto all'idea di primarie 'alla toscana' per la scelta dei candidati parlamentari, subito bocciate da Forza Italia, Renzi, che pure in linea di principio sarebbe d'accordo, avrebbe chiesto di mantenere l'emendamento ma di trasformare la consultazione da obbligatoria a facoltativa per i partiti. Il segretario ha sollecitato i deputati del Pd a ritirare tutti gli altri emendamenti che riguardano proposte non concordate. Tra le richieste dalla minoranza Pd c'é quella di introdurre le preferenze. La minoranza ha accettato «perché - spiega il bersaniano Alfredo D'Attore - così si può andare avanti per migliorare la legge».

Ha incontrato Verdini e Alfano
Ed è fitto il lavoro di diplomazia del segretario del Pd, che ha visto questo pomeriggio Denis Verdini, che per conto di Silvio Berlusconi si occupa del dossier legge elettorale. E poi ha incontrato Alfano. Forza Italia, come detto, sarebbe disponibile ad alzare al 38 per cento la soglia per accedere al premio di maggioranza.Ma il partito del Cavaliere è per il no alle preferenze e alla delega al governo per disegnare i collegi. Apertura anche a primarie facoltative per legge. Ancora aperta, poi, la discussione sulle candidature multiple chiesta da Ncd. Sì degli azzurri a candidature multiple, purché l'impianto dell'Italicum non venga stravolto e siano mantenuti i patti dell'accordo siglato tra Renzi e Berlusconi. Tra le ipotesi allo studio, la possibilità di candidature multiple in collegi adiacenti, ovvero di una stessa zona, oppure se in collegi di zone diverse, ma con un tetto massimo di non più di tre o quattro candidature multiple. Ad esempio, un esponente di un partito - presumibilmente i capolista - potrebbe candidarsi nei collegi di tre grandi città. Restano comunque forti i mal di pancia dei piccoli partiti sulle soglie di sbarramento.

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