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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2014 alle ore 20:58.
L'ultima modifica è del 28 gennaio 2014 alle ore 07:45.

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Gli emendamenti presentati
M5s ha depositato 60 emendamenti, la Lega 55, circa 35 il Pd e altrettanti i Popolari per l'Italia (Pi), una ventina Scelta civica, 11 Ncd, senza contare quelli dei singoli parlamentari. Solo una ventina le proposte di modifica di Forza Italia, il cui capogruppo Renato Brunetta ha inviato i colleghi a evitare proposte di modifica, per blindare l'accordo Renzi-Berlusconi. Tutti hanno riproposto i propri cavalli di battaglia: Ncd ha rilanciato le preferenze, insieme a M5s, alla Lega, ai Popolari per l'Italia, o in alternativa il sistema tedesco con un mix di collegi uninominali e plurinominali; da Scelta civica e da Pi sono arrivati due emendamenti che alzano dal 35 al 40% la soglia per ottenere il premio di maggioranza al primo turno. Tra i 35 emendamenti targati Pd ci sono tutte proposte, che se messe insieme potrebbero smontare l'Italicum e, soprattutto, l'intesa politica Renzi-Berlusconi. Il capogruppo Roberto Speranza ha parlato di "cassetta degli attrezzi", nella quale ogni modifica potrebbe essere utilizzata per correggere una parte in caso di accordo. Fra gli emendamenti Pd ci sono quelli che innalzano la soglia per il premio di maggioranza al 38 o al 40% (cosa non gradita a Berlusconi), altri che abbassano le soglie di sbarramento come piace ai partiti piccoli (per i partiti dal 5 al 4%, quel quelli che corrono da soli dall'8 al 6%), per non parlare delle preferenze rilanciate da Alfredo D'Attorre e gli altri bersaniani e dal lettiano Francesco Sanna. I deputati del Pd, su richiesta di Renzi, hanno ritirato tutti gli emendamenti che riguardano proposte non concordate.

Forza Italia presenta l'emendamento salva-Lega
Intanto Forza Italia ha presentato anche l'emendamento 'salva Lega'. La proposta dei forzisti assegna infatti seggi anche ai partiti con forte radicamento regionale, che «abbiano presentato liste in non più di sette circoscrizioni e abbiano ottenuto almeno l'8% dei voti». Purché le sette circoscrizioni «abbiano un numero di residenti pari almeno al 20%» della popolazione nazionale. Forza Italia insiste poi con un altro emendamento nel sottrarre al governo la delega per disegnare i collegi.


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