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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2014 alle ore 08:54.
L'ultima modifica è del 31 gennaio 2014 alle ore 20:37.

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La riforma della legge elettorale targata Renzi-Berlusconi supera i primi due scogli alla Camera: quello sulle questioni di costituzionalità e quello sul ritorno del testo in Commissione Affari costituzionali. Ma Lega, Cinque Stelle e Fdi abbandonano l'Aula. Ma l'esame riprenderà in Aula alla Camera solo l'11 febbraio (il Pd aveva chiesto il 4). Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo che ha riaperto il termine per la presentazione degli emendamenti fino a lunedì 10 febbraio.

Renzi: avanti tutta, ora proposte su lavoro, regioni e Senato
Il segretario Pd Matteo Renzi, rispondendo ai giornalisti a proposito dell'andamento del dibattito sulla legge elettorale dichiara: «Bene così, avanti tutta». E, poi su twitter, scrive: «Legge elettorale inizio ok. Il prossimo giovedì in direzione le proposte su lavoro, regioni, Senato».

Alfano: Renzi sia protagonista nuova fase o governo cade
Intanto però il vice premier e leader Ncd, Angelino Alfano, incalza Renzi a un maggior coinvolgimento nel sostegno del governo Letta. Minacciando la crisi, in caso contrario. «Noi crediamo - avvisa, ospite di Radio uno - che con un contratto di governo si possano realizzare un bel pò di cose positive per il 2014 e per farlo occorre che Renzi sia protagonista della nuova fase del governo, se lui non lo è non crediamo si possa andare avanti».

Respinte le pregiudiziali di costituzionalità
La Camera intanto stamattina ha respinto stamattina le pregiudiziali di costituzionalità presentate da M5S, Sel e FdI al testo base della riforma della legge elettorale. I Popolari per l'Italia ne avevano presentata una, ma l'hanno ritirata nel corso della seduta. Sono 370 gli emendamenti al testo base depositati in Aula. Le proposte di modifica, che hanno ottenuto il parere positivo della Commissione Bilancio di Montecitorio, sono praticamente tutte dell'opposizione (M5s, Sel, Fdi e Lega) e dei partiti più piccoli della maggioranza (Scelta civica, per l'Italia, Ncd). Pd e Forza Italia hanno invece depositato emendamenti che formalizzeranno l'intesa raggiunta da Renzi e Berlusconi: soglia del premio di maggioranza al 37%, soglia di sbarramento al 4,5%, delega al governo per la definizione dei collegi, limitazione delle candidature multiple, più la cosiddetta "norma Salva-Lega" targata Fi.

In Aula dall'11 febbraio, Pd aveva chiesto il 4
L'esame della riforma della legge elettorale riprenderà in Aula alla Camera l'11 febbraio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Il capogruppo del Pd, Roberto Speranza, aveva chiesto che la discussione ripartisse già martedì 4 febbraio, ma ha trovato nella conferenza dei capigruppo solo la sponda di Forza Italia, con Renato Brunetta. Mancando la maggioranza qualificata, la decisione è stata rimessa - a quanto si é appreso - alla presidente Laura Boldrini che ha fissato per la seconda settimana di febbraio.

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