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Questo articolo è stato pubblicato il 10 febbraio 2014 alle ore 12:09.
L'ultima modifica è del 10 febbraio 2014 alle ore 22:48.

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Forza Italia all'attacco del Capo dello Stato: si attivò per far cadere il governo Berlusconi. Le testimonianze di Mario Monti e Carlo De Benedetti, contenute nel libro di Alan Friedman "Ammazziamo il gattopardo" anticipate dal Corriere della Sera e dal Financial Times, infiammano il partito di Silvio Berlusconi:«Apprendiamo con sgomento che il Capo dello Stato, già nel giugno del 2011, si attivò per far cadere il governo Berlusconi e sostituirlo con Mario Monti. Lo conferma lo stesso Monti. Le testimonianze fornite da Alan Friedman non lasciano margine a interpretazioni diverse o minimaliste», attaccano in una nota i capigruppo di Forza Italia di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani.

Napolitano: solo fumo. Ecco i fatti
La teoria secondo la quale nel 2011 ci fu un complotto per far cadere Silvio Berlusconi e portare a palazzo Chigi Mario Monti è «fumo, solo fumo». Lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una lettera al Corriere della Sera in cui risponde alle anticipazioni del libro di Alain Friedman. Nella lettera Napolitano ha sottolineato che «I veri fatti, i soli della storia reale del paese nel 2011, sono noti e incontrovertibili. Ed essi - ha scritto Napolitano - si riassumono in un sempre più evidente logoramento della maggioranza di governo uscita vincente dalle elezioni del 2008». Napolitano ha ricordato «di avere ricevuto nel mio studio il professor Monti più volte nel corso del 2011, e non solo in estate», sottolineando come «nel corso del così difficile - per l'Italia e per l'Europa - anno 2011, Monti era inoltre un prezioso punto di riferimento per le sue analisi e i suoi commenti di politica economico-finanziaria». Napolitano ha ricordato come «l'8 novembre la Camera respinse il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato, e la sera stessa il presidente del Consiglio da me ricevuto al Quirinale convenne sulla necessità di rassegnare il suo mandato una volta approvata in Parlamento la legge di stabilità», ha sottolineato il Capo dello Stato. «Fu nelle consultazioni successive a quelle dimissioni annunciate che potei riscontrare una larga convergenza sul conferimento a Mario Monti - da me già nominato, senza alcuna obiezione, senatore a vita - dell'incarico di formare il nuovo governo», ha spiegato.

Letta: attacco vergognoso
Agli attacchi contro il Quirinale «si deve reagire con fermezza», ha sottolineato in una nota il premier Enrico Letta. «E si devono semmai ricordare agli smemorati le vere responsabilità della crisi del 2011, i cui danni economici, finanziari e sociali sono ancora una zavorra che mette a repentaglio la possibilità di aggancio della auspicata ripresa economica», ha proseguito il premier Enrico Letta

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