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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2014 alle ore 19:05.
L'ultima modifica è del 14 febbraio 2014 alle ore 20:10.

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Renzi si congeda da Firenze. Questa mattina il segretario del Pd ha partecipato a una cerimonia a Palazzo Vecchio: 600 coppie hanno festeggiato le nozze d'oro. Con il nuovo incarico di capo del governo il rottamatore non potrà continuare a ricoprire la funzione di sindaco. «È uno dei momenti più delicati e belli negli ultimi cinque anni», ha ricordato. Poi ha aggiunto:«Siamo in un passaggio particolare dal punto di vista politico istituzionale. Ma vi prego di riservare al sindaco che verrà, comunque si chiami, la stessa critica e lo stesso affetto che sono stati riservati a me».

Delrio vede Renzi: è sereno e attende decisioni Napolitano
Renzi aspetta le decisioni del capo dello Stato. «Attendiamo ovviamente che decida il presidente della Repubblica a chi dare l'incarico» ha detto il ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio, parlando con i giornalisti a Palazzo Vecchio dopo aver incontrato per circa due ore il segretario del Pd Matteo Renzi. «Abbiamo ragionato di ciò che serve al nostro paese. Poi vediamo cosa deciderà il presidente Napolitano», si è limitato ad aggiungere Delrio a proposito degli argomenti affrontati con Renzi. A chi gli chiedeva come vive il segretario del Pd l'attesa in vista della conclusione delle consultazioni al Quirinale, ha risposto: «Con molta serenità».

Napolitano: parlamento si esprimerà su fiducia a nuovo governo
Le consultazioni del capo dello Stato sono iniziate oggi pomeriggio, alle 17 con i presidenti di Camera e Senato, e si concluderanno nella giornata di domani sera, prima con la delegazione di Forza Italia (guidata da Berlusconi) e poi con quella del Pd (senza Renzi). Le opposizioni hanno chiesto, invano, che per la crisi di governo ci fosse un passaggio parlamentare. Secondo il presidente della Repubblica, « a questo punto un formale passaggio parlamentare non potrebbe offrire elementi tali da indurlo (Letta ndr) a soprassedere dalle dimissioni, anche perché egli non sarebbe comunque disponibile a presiedere governi sostenuti da ipotetiche maggioranze diverse». La nota del Colle ricorda che il capo dello Stato «non può che prendere atto della posizione espressa dal Presidente del Consiglio: il Parlamento potrà comunque esprimersi sulle origini e le motivazioni della crisi allorché sarà chiamato a dare la fiducia al nuovo Governo. La stessa procedura si è del resto seguita allorché le dimissioni dei rispettivi governi furono presentate al Capo dello Stato, senza alcuna previa comunicazione alle Camere, dal Presidente Berlusconi e dal Presidente Monti durante la scorsa legislatura».

M5s non andrà a consultazioni
I Cinque Stelle non manderanno una propria delegazione al Qurinale per le consultazioni con il capo dello Stato. Lo ha deciso l'assemblea dei deputati del Movimento. I contrari alle consultazioni sono stati 61, 17 i favorevoli e sei gli astenuti.

Camusso: Renzi metta al centro il lavoro, Letta non ha mantenuto promesse
Intanto i sindacati avanzano le loro richieste al presidente del consiglio in pectore Matteo Renzi. Susanna Camusso, segretario della Cgil, si aspetta che Renzi presenti «un programma che metta il lavoro al centro». «Ci sono tante cose di cui il mondo del lavoro ha bisogno. Noi lo valuteremo su questo, se ci sarà discontinuità daremo un giudizio di discontinuità» ha detto all'attivo dei delegati Cgil Lombardia. Duro il commento di Camusso sul governo guidato da Enrico Letta, che «ha applaudito» le iniziative dei sindacati sul terreno del fisco e della politica industriale «e poi non ha fatto nulla di tutto ciò che ha detto avrebbe fatto».

Bonanni: vogliamo vera svolta, ridurre tasse
La Cisl chiede una «vera svolta» al nuovo Governo a partire da «una drastica riduzione delle tasse e da una chiara inversione di tendenza su tutti i fattori che bloccano gli investimenti, impantanati da ritardi, veti lobbistici e dalla burocrazia conservatrice». Lo afferma il numero uno del sindacato Raffaele Bonanni.

Angeletti: basta proclami, ora decisioni
«Non vogliamo più proclami, ma decisioni. Il Governo che verrà non declini la sua agenda al futuro, ma al presente: faccia, non prometta». Così invece il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, sul governo Renzi.

Sfiducia con larga maggioranza
Ieri la sfiducia del Partito democratico nei confronti di Letta, in una giornata ad alta tensione. Con una larga maggioranza (136 sì, 16 no e due astenuti) la direzione del Pd, trasmessa in streaming, ha dato il via libera alla staffetta con il segretario Matteo Renzi. I democratici hanno così fatto una scelta politica. Letta, che non ha partecipato alla direzione, ne ha preso atto e ha comunicato che oggi sarebbe salito al Quirinale per rimettere il suo mandato. «A seguito delle decisioni assunte oggi dalla Direzione nazionale del Partito Democratico, ho informato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, della mia volontà di recarmi domani al Quirinale per rassegnare le dimissioni da presidente del Consiglio dei ministri», si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi qualche minuto dopo la votazione.

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