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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2014 alle ore 23:30.
L'ultima modifica è del 22 febbraio 2014 alle ore 09:56.

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È stato firmato a Kiev l'accordo fra il presidente ucraino Viktor Yanukovich e i rappresentanti delle opposizioni per mettere fine alle violenze che hanno insaguinato il Paese. Previste elezioni anticipate nei prossimi mesi e - subito - un governo di unità nazionale e una riforma della Costituzione. In serata Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, ha chiesto al presidente ucraino Viktor Yanukovich «una rapida e completa attuazione dell'accordo» per una soluzione pacifica della crisi che considera «un gran passo in avanti».

I tre ministri europei che hanno lavorato per avvicinare le parti ad un accordo, Laurent Fabius, Frank-Walter Steinmeier e Radoslaw Sikorski hanno salutato oggi con un comunicato congiunto il «coraggio» dimostrato dai firmatari nel concordare un'intesa che chiude il conflitto in atto. «I ministri degli Esteri di Francia, Germania e Polonia accolgono positivamente la firma di un'intesa per un accordo sulla crisi in Ucraina, lodano le parti per il loro coraggio ed impegno e chiedono la fine immediata di ogni violenza e confronto in Ucraina», si legge nel comunicato.

Anche gli Stati Uniti «accolgono in modo positivo l'accordo firmato oggi daYanukovich e dai leader dell'opposizione». Lo ha annunciato il portavoce della Casa Bianca Jay Carney in una nota. «Accogliamo lo sforzo di tutti coloro che hanno negoziato questo patto, ed elogiamo i coraggiosi leader che hanno riconosciuto la necessità di un compromesso».

«Chi ha compiuto violenze deve essere chiamato alle sue responsabilità. Rimaniamo preparati a eventuali sanzioni se necessarie», afferma la Casa Bianca. Un funzionario dell'amministrazione americana ha reso noto che il presidente Usa, Barack Obama, avrebbe avuto in serata un colloquio telefonico con il presidente russo Vladimir Putin in merito all'accordo per porre fine alla crisi ucraina.

La piazza respinge l'accordo: Yanukovich si dimetta
I leader dell'opposizione ucraina sono stati accolti da fischi quando sono arrivati a Maidàn, la piazza della rivolta che questa sera si è raccolta nel ricordo delle vittime, per informare la folla dell'accordo stretto con Yanukovich. Un attivista della destra ha interrotto l'ex pugile Vitaly Klitschko, leader del partito nazionalista Udar, urlando che Yanukovych deve dimettersi entro le 10 di domani mattina. Le dichiarazioni dell'attivista sono state salutate da urla di entusiasmo. Dmitryo Yarosh, capo del settore della destra nazionalista in piazza, ha annunciato alla folla che i suoi uomini non deporranno le armi o lasceranno le barricate fino a quando Yanukovich non si sarà dimesso.

Lo stesso Yanukovich, peraltro, continua a perdere pezzi: da Leopoli, nell'ovest filo-europeo, decine di poliziotti sono partiti per Kiev per difendere i manifestanti. Il vicecapo di Stato maggiore dell'esercito, generale Yuri Dumanski, si é dimesso per protesta contro il tentativo del governo di coinvolgere le forze armate nella repressione delle violenze. Le sue dimissioni seguono l'uscita di scena del capo di Stato maggiore, Volodymyr Zamana, cacciato mercoledì dal presidente.

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