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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2014 alle ore 10:46.
L'ultima modifica è del 17 marzo 2014 alle ore 10:56.
Insieme per costruire «un'altra Europa». Dando priorità alla «crescita e al lavoro», pur nel rispetto dei vincoli di bilancio previsti dai trattati. È piena la sintonia emersa dall'incontro bilaterale tra Matteo Renzi e François Hollande oggi all'Eliseo. Una sintonia sottolineata prima da un'inusuale documento diffuso dall'Eliseo a vertice in corso. E poi ribadita in conferenza stampa dal presidente francese e dal premier italiano che inizia oggi un tour nelle capitali europee che lo vedrà lunedì a Berlino per incontrare la cancelliera tedesca Angela Merkel. E il 20 marzo a Bruxelles per il Consiglio europeo tutto dedicato ai temi economici. Nella capitale belga Renzi incontrerà anche il presidente della commissione Ue José Manuel Barroso. Serve il via libera dell'Europa per l'ipotizzato aumento del disavanzo dal 2,6 al 2,8%, per finanziare il taglio delle tasse.
Renzi-Hollande: insieme per un'altra Europa
Francia e Italia hanno «le stesse priorità», tra cui «la necessità di un'Europa che concentri la sua azione» su alcuni punti fondamentali come «crescita e occupazione». E ancora: «Renzi vuol far emergere "un'altra Europa"» proprio come Hollande che «lavora da due anni per cambiare l'orientamento» delle politiche Ue. «Insieme, abbiamo ora la stessa volontà di accelerare». È quanto si legge nel documento diffuso dall'Eliseo a margine dell'incontro a Parigi tra il premier Matteo Renzi e il presidente della Repubblica francese Francois Hollande.
Renzi: dobbiamo cambiare l'Europa, è la nostra sfida
«Possiamo, dobbiamo, cambiare l'Europa insieme: è la prima sfida che dobbiamo affrontare nei prossimi mesi e nei prossimi anni» ha ribadito poi il premier Matteo Renzi dopo l'incontro con il presidente francese Francois Hollande.
No sforamento 3%, priorità crescita e occupazione
Una sfida, quella di Renzi, che non prevede deroghe rispetto agli impegni sanciti dal Fiscal compact. «Non ci sarà nessuno sforamento del tetto del 3%. Nes-su-no», ha scandito Renzi in conferenza stampa. Lo ha fatto ricordando però che «c'é, invece, un margine, tra il 2,6 e il 3 per cento, che potremo, eventualmente, utilizzare. Sempre rispettando i limiti».
Rispettiamo trattati Ue, ma cambierò patto stabilità interno
Nel rispetto dei vincoli «dobbiamo riflettere insieme con la nuova Commissione su come l'Ue aiuterà i Paesi membri ad insistere su crescita e lotta alla disoccupazione giovanile» ha detto il premier italiano, che ha aggiunto: «l'Europa ha bisogno di essere viva, rispettiamo tutti i limiti dei trattati europei ma il primo rispetto che dobbiamo ai padri fondatori è fare dell'Europa un luogo di cittadini e di popoli e non solo della tecnocrazia». Poi Renzi è tornato a mettere nel mirino il Patto di stabilità interno «che impedisce ai Comuni di spendere per le scuole pur avendone le risorse» e chiarisce così l'atteggiamento in proposito di palazzo Chigi: «Cambieremo il Patto interno per consentire ai nostri figli di avere scuole degne di questo nome».
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