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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2014 alle ore 18:24.
L'ultima modifica è del 15 marzo 2014 alle ore 20:37.

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Il governo ucraino ha dichiarato che é in corso «un'invasione militare russa» del proprio territorio e ha chiesto a Mosca di «ritirare immediatamente le truppe». In particolare le forze russe avrebbero preso il villaggio di Strilkove, a sudest, nella regione di Kherson adiacente alla Crimea. Le unità militari sarebbero almeno 80, più 4 elicotteri e tre blindati. Kiev - si legge sul sito del ministero degli Esteri, lo stesso sul quale una scritta avverte che «l'Ucraina é sotto attacco- »si riserva il diritto di mettere in atto tutte le misure necessarie per fermare l'invasione militare russa».

Qualche ora prima l'esercito ucraino aveva sostenuto di aver fermato un tentativo militare russo di ingresso nella stessa regione. «Unità delle forze armate ucraine», aveva riferito una nota del ministero della Difesa di Kiev, «hanno respinto militari della federazione russa che cercavano di entrare nel territorio della regione di Kherson nei pressi di Arbatskaya Strelka. Le forze armate di Kiev hanno usato forze di terra e aerei da combattimento nell'operazione».

Il presidente ucraino ritiene ci sia il "rischio reale" che Mosca annetti nuovi territori dopo il referendum in programma domani in Crimea e ha accusato "agenti del Cremlino" dei disordini nella zona orientale del paese, a maggioranza russa. "La situazione è molto pericolosa - ha detto oggi al parlamento Oleksandr Turchynov, citato dal Guardian -. C'è un rischio reale di minacce di invasione nel territorio ucraino. Ci riuniremo di nuovo lunedì". Parlando dei disordini nella zona orientale del paese, Turchinov ha dichiarato: "Sappiamo tutti bene chi sta orchestrando le proteste di massa nell'est dell'Ucraina. Sono agenti del Cremlino che le stanno organizzando e finanziando, che stanno causando la morte delle persone". Oggi due persone sono morte in una sparatoria scoppiata nella località di Kharkiv, nell'est del paese, tra militanti filo-russi e nazionalisti ucraini

La reazione Usa

"La Russia dovrà rispondere delle sue azioni, e potrebbe essere soggetta ad un isolamento diplomatico ed economico": lo ha detto l'ambasciatrice americana all'Onu, Samantha Power, precisando che se verranno confermate le accuse di Kiev sulla presenza di truppe russe sul territorio nazionale si tratterebbe di "una escalation scandalosa". Nel frattempo è stato liberato il prete della Chiesa cattolica greco-ucraina rapito stamane da uomini armati a Sebastopoli. Lo ha reso noto il capo della polizia locale. Il sacerdote, padre Mykola Kvich, era stato più volte minacciato e invitato a lasciare la Crimea. Un portavoce della Chiesa greco-ucraina ha spiegato un portavoce che il sacerdote é stato trattenuto 'brevementé contro la sua volonta mentre il suo appartamento veniva perquisito. In precedenza aveva riferito che padre Mykola era stato portato in auto in un luogo sconosciuto e che il suo telefono cellulare squilla a vuoto.

Blitz a Donetsk

Una folla di filorussi ha tentato nel pomeriggio di irrompere nella sede dei servizi segreti ucraini (Sbu) a Donetsk, nella russofona Ucraina orientale. Lo riportano i media locali. I manifestanti - che chiedevano la liberazione dell'autoproclamato "governatore" filorusso di Donetsk, Pavel Gubarev - sono riusciti a sostituire la bandiera ucraina con quella della "Repubblica di Donetsk" prima di essere respinti dalle forze dell'ordine in assetto antisommossa.

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