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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2014 alle ore 08:52.
L'ultima modifica è del 29 marzo 2014 alle ore 09:46.

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Obama: grazie a polizia italiana
Al termine della sua visita nella capitale, il presidente degli Stati Uniti ha espresso anche apprezzamento per la «professionalità» dimostrata dalla polizia italiana e la sua personale «gratitudine» per i servizi di sicurezza predisposti in occasione della sua due giorni romana. Prima di lasciare Villa Taverna, residenza dell'Ambasciatore Usa in Italia, Barack Obama ha ricevuto il capo della polizia, prefetto Alessandro Pansa, per un personale ringraziamento sottolineato da una stretta di mano. I servizi di ordine pubblico hanno visto impegnati oltre 3200 agenti a protezione di numerosi obiettivi sensibili e delle oltre 300 persone, compreso il nutrito seguito di giornalisti provenienti dagli USA, che hanno accompagnato a Roma il presidente Obama e il segretario di Stato John Kerry.

Riforma Senato, testo «aperto»
Da segnalare infine che il ddl sulla riforma del Senato si profila comunque come un testo aperto al contributo del Parlamento, anche dell'opposizione. L'asse sulla legge elettorale e sul superamento del bicameralismo con Fi è dunque confermato. Se dunque nel testo del governo non c'è la norma che dà al presidente del Consiglio il potere di revocare i ministri rafforzandone i poteri, l'introduzione soft del premierato forte potrebbe avvenire in itinere magari con un'iniziativa di Fi. Per il resto il testo del governo recepisce alcune delle modifiche richieste da governatori e sindaci e dagli stessi senatori azzurri per voce del capogruppo Luigi Zanda: i rappresentanti delle Regioni e dei Comuni che comporranno il nuovo Senato della Autonomie non elettivo saranno in proporzione al numero degli abitanti della Regione e probabilmente – anche se il punto è controverso – spariranno i 21 senatori nominati dal Capo dello Stato previsti in un primo momento. Il nuovo Senato avrà inoltre poteri pieni non solo in materia di modifica costituzionale ma anche in materia di leggi elettorali.

L'intervista da Mentana su La7
"Sono tra quelli che avrebbero preferito una vittoria elettorale, sul campo. L'amarezza di chi pensa che è un peccato non ci sia stata una vittoria elettorale, è anche la mia. Però il governo" guidato da Enrico Letta "si era bloccato, tardava ad arrivare la fase due di rilancio e mancava soprattutto un orizzonte ampio". Così Matteo Renzi ripercorre la vicenda del suo approdo alla guida del governo, in un'intervista a Bersaglio Mobile, su La7.

"L'unico modo per dare una certezza e orizzonte ampio era buttare in campo una serie di riforme coraggiose, giocarsi il tutto per tutto - spiega il presidente del Consiglio - Rischio l'osso del collo, ma lo rifarei mille volte perché era l'unica cosa da fare". Non c'era alternativa a "buttare in campo riforme coraggiose e giocarsi tutto. Se le riforme non vanno in porto me ne vado a casa: ho messo in gioco me stesso. È un rischio notevole. Vivo la difficoltà" di governare "con un Parlamento non eletto con liste fatte da me e "di rischiare l'osso del collo". Così Matteo Renzi a Bersaglio Mobile. «Il Pd alle prossime politiche del 2018 deve puntare al 40%» con l'Italicum, «un centrosinistra e un centrodestra diverso da quello che c'é oggi». Matteo Renzi vuole «rovesciare la pubblica amministrazione come un calzino, noi vogliamo fare una rivoluzione sistematica». «Qui non c'é Mandrake, ma gli obiettivi li porteremo avanti», afferma Renzi che ribadisce che anche sul lavoro questo governo «sta correndo»

Renzi è intervenuto anche sui temi economici: "Da qui al 2018" l'obiettivo del governo è poter registrare una "disoccupazione a una cifra". Così il premier a Bersaglio Mobile. Rispetto al 12,4% attuale di disoccupazione bisogna "recuperare il 2,4 o 2,5% per poter da qui al 2018 tornare sotto il 10%". La previsione dell'ex ministro dell'Economia Saccomanni dell'1% di crescita per il 2014 è "ahimé un pò ottimistica. Le nostre cifre non sono queste: nel Def avremo un dato tra lo 0,8% e lo 0,9% di crescita. Con gli 80 euro in busta paga" derivanti dal taglio del cuneo "spero che alla fine si arrivi all'1% e lo si superi".

«L'Europa di questi anni non può pensare di avere espresso la ricetta giusta, nel semestre europeo di presidenza italiano promuoveremo un modello diverso. C'é rispetto delle regole da parte nostra, c'é il rispetto della copertura» alla manovra portata avanti dal governo, copertura «prevista nel Def», aggiunge Renzi. «Poi ci sarà il momento per cui a Bruxelles tornerà la politica», la politica in questi anni a Bruxelles - osserva il premier - «é stata assente. È mancata da parte delle istituzioni europee una discussione sul tipo d'Europa» che serve per la crescita. «L'Europa ha dato di se una rappresentazione che é solo regole, regole, regole», aggiunge Renzi.

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