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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2014 alle ore 09:19.
L'ultima modifica è del 31 marzo 2014 alle ore 11:17.

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Nella foto il premier, Matteo RenziNella foto il premier, Matteo Renzi

«O facciamo le riforme o non ha senso che gente come me sia al Governo». Continua il pressing del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, contro le riserve che da più parti mettono a rischio il suo disegno riformatore incentrato sul riassetto del bicameralismo. Intervistato questa mattina da Rtl 102.5, il premier si è soffermato infatti sul "nuovo" Senato, la cui riforma sarà varata dal Consiglio dei ministri di oggi: «Per ridurre il numero dei parlamentari e semplificare il quadro, facciamo un Senato in cui, senza indennità, siedano sindaci e presidenti di Regione».

La sfida delle elzioni per chi si oppone al riformismo renziano
Per Renzi «i paletti fondamentali sono: senatori gratis, che non votino più la fiducia, che non votino il bilancio e soprattutto che il Senato non sia eletto, perché noi in Italia abbiamo il numero di parlamentari più alto d'Europa, anzi più alto addirittura degli Usa. Diamoci una regolata». Nel corso dell'intervista, Renzi ha anche sfidato la classe politica ad opporsi al suo programma di riforme: «Voglio vedere come si fa a tornare ai cittadini dicendo non abbiamo voluto dare un segno alla casta, voglio vedere».

Messaggio chiaro: se politica ferma il mio programma, faranno a meno di me
«Io penso - ha aggiunto - che quelli che si alzano la mattina per andare a lavorare non ce l'hanno con la politica, ma vorrebbero una politica diversa che avesse il coraggio di fare le cose che servono alla gente, e non quelle che servono alla Casta. Gli italiani in questi venti anni hanno fatto un sacco di sacrifici, ma hanno visto crescere il debito perché quei sacrifici non venivano fatti dai politici di Roma». Il messaggio del premier è chiaro: no alle riforme «a metà». Io, ha sottolineato, «non sto a Roma perché mi sono innamorato dei palazzi: se la classe politica dice che non bisogna cambiare, faranno a meno di me e magari saranno anche più contenti». «Al dolore della gente - ha concluso Renzi- bisogna dare risposte chiare. Il governo deve essere coraggioso, perchè o lo è o perdiamo la faccia. Ed io la faccia non la voglio perdere».

Voglio «un governo coraggioso, che non ha paura di rischiare»
In un altro passaggio del suo intervento radiofonico, il premier torna a battere il tasto del coraggio e del riformismo, virtù obbligare del Governo da lui presideduto. «Mi piacerebbe che questo governo fosse coraggioso, che non avesse paura di rischiare. Se non ce la faccio ne prendo atto e "bomba libero tutti". Ma l'unica chance è vivere questo momento con coraggio a 360 gradi, cambiando prima di tutto» la politica. Con quali strumenti? Per Renzi la ricetta giusta è «più semplicità e meno politica, più capacità e meno burocrazia». Come colonna sonora, Renzi sceglier "Ti porto via con me", di Jovanotti, perché «dà il senso di una sfida forte e anche un pò di carica».

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