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Questo articolo è stato pubblicato il 08 aprile 2014 alle ore 08:25.
L'ultima modifica è del 08 aprile 2014 alle ore 16:45.

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Silvio Berlusconi (Ansa)Silvio Berlusconi (Ansa)

Berlusconi assicura: sulle riforme Forza Italia non cambia rotta. La barra rimane dunque dritta. Il partito terrà fede ai patti e non lancia ultimatum, puntualizza l'ex Cavaliere in una nota diffusa in serata, auspicando però un incontro con Matteo Renzi in tempi brevi per mettere a punto la riforma di Palazzo Madama e per fissare le scadenze. Il Cavaliere sarà oggi a Roma, a due giorni dalla decisione dei giudici sulle modalità della sua pena. Berlusconi continua a chiedere che la legge elettorale abbia la precedenza sul restyling di Palazzo Madama.

Boschi: il ddl in Senato tra oggi e domani
Il testo di riforma del Senato non è ancora arrivato a Palazzo Madama. Il ddl di riforma costituzionale dovrebbe arrivare a palazzo Madama «fra oggi e domani», spiega il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi. E «comunque, nei prossimi giorni».

Alfano: maggioranza avanti con le riforme anche senza Fi
La tensione tra Pd e Forza Italia sulle riforme apre nuove prospettive per il Nuovo centrodestra. Sulla riforma della Costituzione, avverte Angelino Alfano, ospite a "Non stop news" su Rtl 102.5, «ciascuno è chiamato ad un gesto di responsabilità di fronte al Paese». Se Forza Italia decidesse di chiamarsi fuori «la mia idea è di andare avanti lo stesso» e poi «fare il referendum confermativo così sarà il popolo ad approvare le nostre riforme» che, se approvate, risulteranno «la bocciatura più solenne per chi se ne è allontanato».

Riforma del Senato: i senatori Pd discutono sul testo Renzi
Per quanto riguarda la riforma del Senato, l'assemblea dei senatori del Pd, che si è tenuta in mattinata, ha definito la linea: il ddl costituzionale governativo sul Senato e il titolo V deve essere il punto di riferimento della discussione al Senato, con i paletti posti più volte con chiarezza dal governo stesso. Rimane tuttavia il nodo del ddl Chiti, alternativo alla proposta delineata dal Governo e proposto da 22 senatori democratici, che oggi ha registrato un'apertura da parte dei Cinque Stelle. Intanto è saltata la riunione dell'ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali del Senato che avrebbe dovuto definire il calendario dell'esame della riforma.

Il braccio di ferro tra Pd e Forza Italia
Il vero braccio di ferro sulle riforme è , al momento, quello tra Pd da una parte e Forza Italia dall'altra. Nei giorni scorsi il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ha sottolineato che se Forza Italia dovesse sfilarsi dall'accordo sulle riforme costituzionali i numeri per andare avanti ci sarebbero comunque.

L'ultimatum di Brunetta
Ieri il presidente del Consiglio ha respinto al mittente l'ultimatum arrivatogli a inizio giornata dal capogruppo Fi alla Camera Renato Brunetta: «Il presidente del Consiglio mantenga gli impegni sull'Italicum prima di Pasqua e per noi si potrà andare avanti. Se invece non é in grado il patto salta e Renzi ne dovrà trarre le conseguenze su tutta la sua presenza di governo», aveva affermato Brunetta.

Renzi a Fi: niente ricatti
Niente ricatti, è stata la replica del capo del governo: pronti ad andare avanti anche da soli. In serata la nota con cui Silvio Berlusconi ha espresso il sostegno del partito alle riforme. Il clima rimane comunque teso, e l'apertura dei Cinque Stelle alla minoranza del Pd conferma l'esistenza di un altro fronte. Questa volta tutto interno al partito democratico.

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