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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2014 alle ore 07:33.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 15:13.

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Nel 2013 la Germania ha fatto registrare un deficit commerciale con l'Olanda di 53 miliardi di euro a cui si aggiunge un deficit di 14 miliardi col Belgio. Cifre che si spiegano in massima parte con il transito di importazioni tedesche da Paesi extra-Ue nei porti olandesi e belgi. Se considerassimo gli scambi commerciali della Germania con l'Ue escludendo Olanda e Belgio, si potrebbe notare che il surplus tedesco con l'Ue salirebbe a 112 miliardi rispetto ai soli 44 con perimetro Ue-28. Se poi "spostassimo" l'Olanda e il Belgio nel resto del mondo anziché considerare tali Paesi nel perimetro dell'Ue, scopriremmo che il surplus tedesco con i Paesi extra-Ue scenderebbe a 87 miliardi rispetto ai 155 delle statistiche ufficiali dell'Ue-28. L'Ue senza Olanda e Belgio sarebbe più importante per il surplus commerciale tedesco di quanto non lo sia il resto del mondo (incluse Olanda e Belgio).
La stessa bilancia commerciale tra la Germania e i Bric apparirebbe completamente diversa se si potesse computare correttamente nelle statistiche il puro passaggio di merci cinesi o brasiliane nei porti di Rotterdam, Amsterdam e Anversa come import diretto tedesco da Cina o Brasile e non da Olanda o Belgio. Gli attuali attivi tedeschi con alcuni Bric o emergenti, peraltro non enormi, potrebbero ridursi drasticamente o diventare dei passivi. Basti pensare che, per citare alcuni casi, nel 2013 la Germania ha importato dall'Olanda, che non è un Paese ricco di materie prime agricole, né è un Paese calzaturiero o tessile, circa 8,3 miliardi di euro di prodotti di base agricoli e minerali non energetici, 630 milioni di euro di scarpe e 2 miliardi di abbigliamento: beni provenienti per lo più da Paesi extra-Ue.

La Germania è forte e competitiva, nessuno lo discute. Ma non può illudersi di esportare solo fuori dall'Ue. Infatti, le cifre mostrano come a tutt'oggi l'Europa senza i porti olandesi e belgi pesi in modo preponderante nel surplus commerciale tedesco. Il che dovrebbe far capire a Berlino che se si azzoppa la domanda interna europea con troppa austerità lo stesso surplus tedesco finisce con lo sgonfiarsi.

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