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Questo articolo è stato pubblicato il 24 aprile 2014 alle ore 07:49.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 15:16.

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Esce oggi nelle librerie Buoni e cattivi, dizionario biografico scritto da Vittorio Feltri con Stefano Lorenzetto (Marsilio). Vittorio Feltri racconta pontefici, presidenti, premier, ministri, leader di partito, magistrati, imprenditori, editori, giornalisti, attori, conduttori televisivi, artisti, campioni, galantuomini e criminali visti da vicino oppure osservati da lontano in mezzo secolo di professione.

In pagina pubblichiamo, per gentile concessione dell'editore, il testo della voce biografica su Sergio Marchionne. di Vittorio Feltri con Stefano Lorenzetto
MARCHIONNE Sergio (Chieti, 1952). Manager, commercialista e avvocato. In Canada s'è laureato in filosofia e in legge all'Università di Toronto e in economia e commercio all'Università di Windsor, dove ha anche conseguito il master in business administration. Ha lavorato alla Deloitte Touche, al Lawson Mardon group, alla Glenex industries e alla Acklands Ltd. È stato amministratore di Algroup a Zurigo; presidente di Lonza group Ltd; presidente del gruppo Sgs di Ginevra, incarico che mantiene tuttora. Dal 2008 al 2010 vicepresidente non esecutivo di Ubs. Dal 2003 consigliere di amministrazione di Fiat Spa, dal 2004 amministratore delegato dell'azienda torinese. Dal 2009 amministratore delegato di Chrysler, carica a cui nel 2011 ha aggiunto quella di presidente. Artefice della fusione delle due case automobilistiche in Fca (Fiat Chrysler automobiles). Presidente anche di Cnh industrial e consigliere di amministrazione di Philip Morris. Ha doppia nazionalità, canadese e italiana.

Al suo posto, io me ne sarei andato dall'Italia già da un pezzo. Non mi riferisco alla residenza, che Marchionne ha saggiamente fissato da tempo, come Carlo De Benedetti, nella vicina Svizzera. Me ne sarei andato a produrre le auto Fiat altrove, intendo, come ha dimostrato ampiamente di saper fare con quelle americane. E in culo Mirafiori, Pomigliano d'Arco, Cassino, Melfi e compagnia cantante, insieme con Landini, la Fiom, i picchetti, le cause in tribunale.
Marchionne ha salvato la Fiat e rimesso in piedi la Chrysler, fino a comprarsela e a creare nel gennaio 2014 un unico gruppo, Fca (Fiat Chrysler automobiles), con sede legale ad Amsterdam e domicilio fiscale a Londra. Negli Stati Uniti è considerato un fenomeno, mentre in Italia lo giudicano una specie d'imbroglione. Come mai giudizi diametralmente opposti sulla medesima persona? Il discorso sarebbe lungo, ma il mio sarà breve.
Gianni Agnelli morì il 23 gennaio 2003 consegnando agli eredi un'azienda tecnicamente fallita. Intervennero le solite banche e se ne impadronirono, ma non combinarono niente di buono. A quel punto, Gianluigi Gabetti, un signore che la sa lunga in campo finanziario, ebbe l'idea giusta: assumere Sergio Marchionne, dandogli carta bianca. Disse: «Se non ce la fa lui, non ce la può fare nessuno». Fu ascoltato.

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